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“La Solfatara non è monitorata da mesi”: l’allarme dell’Osservatorio Vesuviano

I ricercatori hanno scritto una lettera alla Procura di Napoli, che ha messo sotto sequestro l’area del cratere del supervulcano dopo la tragica morte di tre turisti, avvenuta nel settembre del 2017. Il divieto di accedere all’area è esteso anche al personale dell’Osservatorio Vesuviano, che non può accedere per riparare la strumentazione che serve per monitorare costantemente la situazione.
A cura di Valerio Papadia
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È da novembre che la stazione installata sul cratere della Solfatara – il supervulcano dei Campi Flegrei a Pozzuoli, nella provincia di Napoli – dall'Osservatorio Vesuviano, che dovrebbe trasmettere i dati relativi alla temperatura, alla composizione chimica e al flusso di anidride carbonica, fondamentali per capire l'andamento del magma e la "salute" delle fumarole e del vulcano, è fuori uso e non garantisce il monitoraggio costante fondamentale per i ricercatori. È per questo che Francesca Bianco, direttrice dell'Osservatorio Vesuviano – organo che fa parte dell'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – ha deciso di scrivere, come riporta Il Mattino, alla Procura di Napoli, che nell'ottobre del 2017 ha posto sotto sequestro l'intera area, chiedendo che almeno i ricercatori possano accedere alla caldera per riparare la strumentazione necessaria per tenere sotto controllo il pericolosissimo supervulcano.

Tragedia della Solfatara: tre persone inghiottite dal cratere

L'intera area della Solfatara è stata posta sotto sequestro dopo l'immane tragedia avvenuta lo scorso anno: era il 12 settembre del 2017 quando tre turisti residenti in Veneto – Massimiliano Carrer, 45 anni, Tiziana Zaramella, 42, e loro figlio Lorenzo, di soli 11 anni – sprofondarono in un cratere della Solfatara. Un'intera famiglia sterminata: a salvarsi soltanto l'altro figlio della coppia, un bambino di soli 7 anni, che in un attimo ha perso il padre, la madre e il fratello maggiore.

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