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Opinioni

Lacrime per Antonio, morto d’infarto dopo una rapina. Ma nessuno ha visto niente? Possibile?

La morte di Don Antonio, il commerciante di Montesanto che si è opposto alla rapina nel suo negozio di alimentari e subito dopo è morto d’infarto, probabilmente a causa della forte paura, sconcerta i tanti residenti del popoloso rione. Il modo migliore per ricordare quello che loro stessi definiscono “grande lavoratore” e persona perbene è uno solo: dire a polizia e carabinieri cosa hanno visto. Perché a quell’ora c’erano probabilmente tanti occhi aperti ad assistere alla scena.
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Uno dei cartelli di cordoglio per la morte di don Antonio
Uno dei cartelli di cordoglio per la morte di don Antonio

Montesanto è una delle zone di Napoli che dalle 6 del mattino alle 22 di sera e anche oltre è sempre attiva, brulica di persone, ci sono occhi ovunque. C'è una fermata della metropolitana, una della Cumana, c'è la Funicolare che porta a San Martino, c'è il mercato, ci sono alcuni localini e i negozi che alle otto di sera non sono assolutamente chiusi, anzi. Dunque, una domanda è d'obbligo: nessuno ha visto il rapinatore che è entrato da "Pietruccio", il negozio di alimentari di don Antonio Ferrara, pistola in pugno? Sicuramente, a quanto si apprende, nel negozietto c'era una cliente che è uscita chiamando aiuto: sono intervenuti i commercianti vicini e Franco, il fratello di Antonio, che era in magazzino. E poi?

Il negozio di alimentari "Pietruccio", di Montesanto, luogo della rapina dal tragico epilogo
Il negozio di alimentari "Pietruccio", di Montesanto, luogo della rapina dal tragico epilogo

Don Antonio, 64 anni, ha sventato la rapina ed è morto d'infarto, probabilmente per la paura dopo il forte choc. Le forze dell'ordine hanno acquisito le immagini della telecamera della stazione della Cumana. Ma la speranza è che in queste ore qualcuno della zona abbia parlato con carabinieri e polizia per dare elementi utili alla cattura del ladro che oggi ha sulla coscienza la morte di una persona. «Grande lavoratore», «Commerciante unico»: così la popolosa comunità di piazza Montesanto, nel cuore del centro storico di Napoli,  si unisce al cordoglio dei parenti dell'uomo. Ma c'è bisogno di qualcosa di più: che la legge dell'omertà si spezzi e che tra centinaia di paia d'occhi, quelli che hanno visto vadano in una caserma o in questura a dire, semplicemente, la verità.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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