L’interrogatorio di Marco Di Lauro si conclude in pochi secondi: “Non parlo”
Marco Di Lauro si è avvalso della facoltà di non rispondere. Davanti alle domande del gip di Napoli Pietro Carola, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Secondigliano, ha fatto scena muta. In silenzio, senza dire una parola sulle accuse contestate, così come a suo tempo fece il padre, Paolo Di Lauro, e come ancora fa Ciruzzo il Milionario dopo i tanti anni di galera.
Il boss di Secondigliano, quarto figlio del capostipite del clan, era stato arrestato sabato scorso, 2 marzo, in una abitazione di Chiaiano, in una operazione interforze di Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. All'arrivo delle forze dell'ordine non ha opposto resistenza, è stato trasportato prima nella Questura di via Medina e successivamente nel carcere di Secondigliano, attrezzato per l'alta sicurezza, più adeguato alla sua caratura criminale rispetto alla casa circondariale di Poggioreale.
A Marco Di Lauro, F4, assistito dagli avvocati Carlo e Gennaro Pecoraro, il giudice ha contestato l'ipotesi di reato di associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti, che avrebbe commesso tra gli anni 2007 e 2008. Poco prima dell'incontro, Di Lauro è stato informato sulle pendenze giudiziarie; si sarebbe mostrato poco al corrente delle accuse che gli vengono mosse.
Il giovane, 37 anni, è stato già condannato in via definitiva a circa 10 anni per altri reati; si è avvalso di una facoltà concessa agli imputati, che non pregiudica l'avanzare dei procedimenti. Per domani, 6 marzo, è fissato un nuovo interrogatorio per una seconda contestazione, davanti al gip Marco Carbone, per la stessa ipotesi di reato ma per un periodo più lungo.