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Camorra, arrestato il boss Marco di Lauro

Melito, una panchina rossa per Norina Matuozzo, uccisa dal marito Salvatore Tamburrino

Il 9 gennaio 2020, nel parco Queen di Melito di Napoli, verrà inaugurata la panchina rossa alla memoria di Norina Matuozzo, la donna uccisa dal marito, il camorrista Salvatore Tamburrino, nell’appartamento dei genitori di lei il 2 marzo scorso. Da quell’omicidio scaturì la cattura del superlatitante Marco Di Lauro, di cui Tamburrino era il vivandiere.
A cura di Nico Falco
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Sarà inaugurata il 9 gennaio 2020, alle ore 10.00, la panchina rossa in memoria di Norina Matuozzo, la donna e mamma uccisa dal marito, Salvatore Tamburrino, nell'appartamento dei genitori di lei a Melito, in provincia di Napoli, mentre i figli piccoli erano coi nonni nell'altra stanza. Alla cerimonia, organizzata dal comitato "Giustizia per Norina", prenderà parte il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris; l'evento si terrà al Parco Queen di Melito di Napoli, in via Papa Giovanni XXIII. L'omicidio risale al 2 marzo scorso, durante quello che, ha sempre sostenuto il marito, sarebbe dovuto essere un incontro "di chiarimento": Tamburrino, tramite il suo avvocato, ha detto di avere sparato alla cieca, senza l'intenzione di uccidere. Si era costituito nel pomeriggio in Questura.

Salvatore Tamburrino era uno dei camorristi più fidati del gruppo Di Lauro, braccio destro dell'allora latitante Marco Di Lauro, figlio di Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo il Milionario, e considerato reggente del clan. Dopo quell'omicidio finì anche la latitanza di "F4": venne scovato nella stessa giornata in un appartamento di Marianella, non troppo distante dal suo "regno" di Secondigliano. Proprio la cattura del latitante, che sfuggiva alle forze dell'ordine da 14 anni, catalizzando tutti i media fece passare in secondo piano la storia di Norina. Oggi Salvatore Tamburrino è collaboratore di giustizia e col suo contributo gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli anni della latitanza del rampollo di Ciruzzo il Milionario e, soprattutto, i nuovi assetti di quello che per decenni fu il clan più potente di Secondigliano e Scampia.

Gli amici e i parenti di Norina hanno cercato in più occasioni di far riemergere dal dimenticatoio la tragedia della donna e hanno manifestato per il timore che il marito possa avere un forte sconto di pena grazie al pentimento ma, complice l'intreccio con le storie di camorra, alle fiaccolate la partecipazione è stata sempre minima. Come se i residenti non volessero esporsi, come se volessero quanto prima dimenticare anche quell'omicidio che con la camorra non aveva a che fare se non in modo indiretto.

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