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Camorra, arrestato il boss Marco di Lauro

Si pente Salvatore Tamburrino, vivandiere di Marco Di Lauro: trema la camorra di Secondigliano

Salvatore Tamburrino, in carcere per l’omicidio della moglie, Norina Matuozzo, e vivandiere di Marco Di Lauro durante la latitanza del boss, ha scelto di collaborare con la giustizia. Dalle sue dichiarazioni i magistrati si aspettano di ricostruire gli ultimi anni della camorra di Secondigliano, facendo luce su strategie, affari e sui colletti bianchi insospettabili collegati al clan.
A cura di Nico Falco
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Marco Di Lauro appena arrestato.
Marco Di Lauro appena arrestato.
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Nomi e cognomi, strategie, appoggi tra i colletti bianchi, le vie del riciclaggio di denaro e i punti oscuri finora non svelati dalle indagini della magistratura, compresi gli anni della latitanza del capo e i rapporti tra i clan. Potrebbe svelare tutto questo Salvatore Tamburrino, l'ex braccio destro di Marco Di Lauro, reggente del clan fondato dal padre, quel Paolo Di Lauro noto all'anagrafe di camorra come Ciruzzo il Milionario. L'affiliato, in carcere da 9 mesi per l'omicidio della moglie, ha deciso di diventare collaboratore di giustizia. Il pentimento di Tamburrino è riportato in esclusiva dal quotidiano Il Roma.

L'omicidio di Norina Matuozzo

Il 2 marzo 2019 ai carabinieri arriva una segnalazione: una donna è stata uccisa a colpi di arma da fuoco al quarto piano di uno stabile di Melito, in provincia di Napoli. I militari trovano il corpo senza vita di Norina Matuozzo, 33 anni. A fare fuoco è stato il marito, Salvatore Tamburrino, pregiudicato di 41 anni, ritenuto tra i fedelissimi del clan di via Cupa dell'Arco. Ma l'uomo è scomparso. Si costituisce poco dopo, presentandosi alle forze dell'ordine insieme al suo avvocato. Spiega di essere andato in casa della famiglia della moglie, da cui si stava separando, con una pistola acquistata in mattinata e il proprio testamento, con l'intenzione di uccidersi. Quando la donna si sarebbe rifiutata di parlare con lui, però, avrebbe chiuso gli occhi ed esploso tre colpi. Uccidendola.

L'arresto di Marco Di Lauro

L'arresto di Tamburrino si rivela fondamentale per trovare Marco Di Lauro. Perché Tamburrino è uno degli uomini di fiducia del clan Di Lauro. Anzi, di più: è uno dei vivandieri di Marco Di Lauro, il boss fantasma, scomparso dalla circolazione da 14 anni. C'è chi lo cerca a Dubai, chi in Europa dell'Est, ma lui è a pochi chilometri da Secondigliano insieme alla fidanzata, e nessuno dei vicini pensa che dietro quel normalissimo ragazzo si nasconda l'erede di Paolo Di Lauro.

Si nasconde a Chiaiano, al confine con Marianella. E questa volta non fa in tempo a sfuggire all'arresto, come per le altre volte in cui hanno scoperto i covi abbandonati da poco: il blitz viene organizzato in pochi minuti, il palazzo viene circondato da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. F4, come veniva chiamato nei libri mastri del clan, il quarto figlio, è in casa, lo trovano davanti a un piatto di pasta.

Tamburrino vivandiere di Marco Di Lauro

Già arrestato per l'omicidio della moglie, Tamburrino era stato accusato di aver avuto un ruolo nella fuga di F4 e nella sua latitanza, provvedendo, insieme ad altri uomini del clan, ai suoi bisogni e alle coperture necessarie per consentirgli di vivere sotto copertura a una manciata di chilometri dal suo feudo camorristico, mantenendo un basso profilo mentre la polizia di mezzo mondo lo cercava.

Ora, col pentimento di Tamburrino, gli scenari potrebbero cambiare. Potrebbero essere svelate non solo le strategie del clan, ma anche tutti quei punti oscuri che hanno permesso al clan di via Cupa dell'Arco di sopravvivere a due scissioni, di resistere alla prima e di riguadagnare un ruolo di primo livello con la seconda, tornando a essere una delle realtà criminali più potenti di sempre.

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