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Camorra, arrestato il boss Marco di Lauro

Omicidio di Attilio Romanò, vittima innocente di camorra: ergastolo a Marco Di Lauro

Marco Di Lauro condannato all’ergastolo: è stato riconosciuto mandante dell’omicidio di Attilio Romanò, vittima innocente di camorra. Il giovane fu scambiato per il nipote del boss Rosario Pariante ed ucciso in negozio. Gli avvocati di Di Lauro hanno già annunciato che presenteranno ricorso in Cassazione.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Marco Di Lauro appena arrestato.
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Ergastolo per Marco Di Lauro, ritenuto il mandante dell'agguato nel quale venne ucciso Attilio Romanò, vittima innocente di camorra. Lo ha deciso la Corte di Appello di Napoli, presieduta dal giudice Romano e a latere dal giudice Taddeo, che ha riconosciuto Marco Di Lauro come il mandante dell'omicidio avvenuto il 24 gennaio del 2005, quando i sicari lo scambiarono per il nipote del boss Rosario Pariante, uno degli scissionisti con i quali il clan Di Lauro era in guerra. Ma gli avvocati Pecoraro e Cola, difensori di Marco Di Lauro, hanno già fatto sapere che faranno ricorso alla corte di Cassazione contro la condanna all'ergastolo inflitta al loro assistito.

Marco Di Lauro, detto F4, era stato arrestato lo scorso 2 marzo dagli agenti di polizia. Si tratta dell'ultimo dei figli di Paolo Di Lauro, uno dei boss protagonisti della faida di Scampia ed ancora libero. Marco Di Lauro, latitante da quattordici anni, e si nascondeva nel quartiere di Chiaiano, nella periferia nord di Napoli. Quest'oggi alla lettura della condanna, oltre ai parenti di Attilio Romanò, tra cui la madre Rita Carfora, la moglie Natalia Aprile e la sorella Maria Romanò, c'era anche l'assessore del comune di Napoli Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo anch'essa vittima innocente di camorra. "Sentenza che non restituisce mio fratello, ma importante", ha spiegato a margine Maria Romanò, "perché fa capire che prima o poi si fanno i conti con la giustizia". In lacrime, invece, la madre Rita.

L'omicidio di Attilio Romanò avvenne in un momento di massimo "sforzo bellico" tra i clan di camorra: era il 24 gennaio 2005 quando i sicari entrarono nel negozio di telefonini dove lavorava e gli spararono cinque colpi di pistola, credendo fosse Salvatore Luise, il nipote del boss scissionista Rosario Pariante e cogestore del negozio dove invece Attilio Romanò era dipendente. Già il 2 maggio 2012, erano arrivate le condanne all'ergastolo per Marco Di Lauro e per Mario Buono (assolto, invece, Cosimo Di Lauro, fratello di Marco e altro figlio del boss Paolo). In Cassazione, l'ergastolo per Mario Buono era stato confermato, con il rinvio a giudizio invece in Appello per Marco Di Lauro. Che quest'oggi, si è visto confermare la condanna anche in secondo grado.

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