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Lo spot video del Buondì Motta strappa un sorriso. Napoletani, basta offendersi per tutto

Si è sollevata una piccola polemica intorno allo spot del Buondì Motta in cui si presenta una “deficienza artificiale” – parodia dei dispositivi di domotica, sempre più diffusi – che, per “vendicarsi” di una famiglia intenta a fare colazione, fa ascoltare ai presenti una canzone neomelodica. Tanti i napoletani che si sono sentiti offesi dalla pubblicità: ma, se fosse venuta da altri interpreti, avrebbe strappato soltanto un sorriso, come in effetti fa: basta offendersi per ogni cosa.
A cura di Valerio Papadia
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Un frame dello spot dl Buondì Motta (Youtube)
Un frame dello spot dl Buondì Motta (Youtube)

Un dispositivo di "deficienza artificiale", parodia dei tanti dispositivi di domotica, sempre più diffusi nelle case degli italiani. E infatti, già il nome, Enza, richiama quello di Alexa, punta di diamante della domotica di Amazon. È questo il concept del nuovo spot del Buondì Motta che ha fatto infuriare più di un napoletano. Enza, indispettita dalla colazione che una tipica famiglia italica sta consumando attorno al tavolo della cucina, annuncia che si "vendicherà" a meno che qualcuno non le spieghi come sia possibile fare una colazione che possa essere golosa e al tempo stesso leggera, facendo ascoltare ai presenti quello che definisce "Musica Napoli", ovvero un brano neomelodico.

Qui c'è l'inghippo: utilizzare una canzone neomelodica come "arma di offesa" per vessare la povera famiglia. Ed ecco che i napoletani si sono risentiti. Sarebbe anche ora di smetterla di sentirsi attaccati da tutto e tutti, di vedere offese anche quando non esistono. Se lo stesso video lo avessero fatto i The Jackal o Casa Surace, che spesso prendono in giro i modi di fare di noi del Sud, spesso e volentieri giocando sugli stereotipi, ne avremmo riso, condividendo il video con amici e familiari e magari ripetendo le frasi ad effetto, facendole diventare virali. Ed è questo che in realtà fa lo spot: suscita ilarità. Niente di più, niente di meno. Ma siccome "l'attacco" alla nostra tradizione, ai nostri costumi, arriva da un'azienda dolciaria che ha sede al di sopra del Garigliano – che sicuramente, questo bisogna riconoscerlo, sa come far parlare di sé, vedi spot con l'asteroide che neutralizzava una madre – apriti cielo.

Come spesso accade, la verità la custodiscono i bambini: la reazione di tutti sarebbe dovuta essere uguale a quella del bambino nello spot che, appena parte la canzone, inizia a ballare, divertito. E invece qualcuno ci ha visto l'ennesimo, inesistente attacco a Napoli. Che dovrebbe essere la città dell'allegria – utilizzando un altro luogo comune – e che invece da un po' ha smesso di sorridere, e sa tenere solo il muso e fare polemica.

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Sono giornalista dal 2010. A Fanpage.it dall'agosto del 2016, scrivo per l'area Napoli, per la quale mi occupo del desk.
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