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Macchia nera nel canale Agnena, si è sversato per 3 giorni. La Procura secreta i dati Arpac

È ancora giallo sulla macchia nera comparsa a mare sul Litorale Domitio il 7 maggio scorso, allo sbocco del canale Agnena. Completate le analisi chimiche e microbiologiche dell’Arpac, ma la Procura secreta i risultati. Intanto dalle immagini dei droni comparate con quelle satellitari la Regione Campania ha scoperto che gli sversamenti illeciti sono durati per ben 3 giorni: “L’immissione – scrive – ha avuto inizio il 4 maggio fino a sostanzialmente esaurirsi il 7 maggio successivo”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La macchia sul Litorale Domitio oggi 8 maggio
La macchia sul Litorale Domitio oggi 8 maggio

È ancora giallo sulla macchia nera comparsa a mare sul Litorale Domitio il 7 maggio scorso, allo sbocco del canale Agnena. Completate le analisi chimiche e microbiologiche dell'Arpac, ma la Procura secreta i risultati. Resta il rebus, quindi, su quale tipo di sostanza sia stata gettata a mare. Tra le ipotesi: prodotti chimici della fabbrichette della zona o anche liquami provenienti dagli allevamenti bufalini, tesi, però, quest'ultima scartata dal sindaco di Castel Volturno Luigi Petrella. Intanto dalle immagini dei droni comparate con quelle satellitari la Regione Campania ha scoperto che gli sversamenti illeciti sono durati per ben 3 giorni. "L’immissione – scrive Palazzo Santa Lucia – ha avuto inizio il 4 maggio fino a sostanzialmente esaurirsi il 7 maggio successivo". Gli abusivi, insomma, potrebbero aver potuto sversare illecitamente nel canale per tutto questo periodo senza che nessuno se ne accorgesse. Il report realizzato dalla Sma Campania, la società partecipata della Regione, sarà consultabile online da tutti i cittadini da lunedì 11 maggio. Intanto, l'alone scuro della macchia sospetta si distingueva ancora questa mattina, come evidenziato in alcune foto.

La Procura secreta i dati dell'Arpac

Il caso è scoppiato il 7 maggio scorso, sulla vicenda la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha subito avviato un'indagine. "Ho ricevuto questa mattina – spiega Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania e assessore all'Ambiente – comunicazione da Arpac che i risultati delle indagini microbiologiche e chimiche effettuate presso la foce del torrente, dopo il grave inquinamento dei giorni scorsi, sono state sottoposte a segretazione dall’Autorità Giudiziaria, a seguito dell’apertura di un apposito fascicolo d’indagine. Pur comprendendo l’attesa generale per conoscere elementi utili a comprendere l’accaduto, occorre rispettare le decisioni della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che prontamente ha avviato le indagini sul gravissimo inquinamento. L’accertamento delle responsabilità e l’ individuazione degli autori sono, in questo momento, di primario interesse su tutto”.

La Regione: “Pronto il dossier delle immagini con i droni”

“Nel frattempo – aggiunge – ho chiesto a Sma Campania di comparare le foto eseguite con i droni con immagini satellitari dello stesso sito nei giorni precedenti l’accertamento dello sversamento. È in corso su questo l’approntamento di uno specifico dossier cronologico. Posso anticipare che sulla base delle prime vedute della documentazione satellitare si ricava che l’immissione ha avuto inizio il 4 maggio fino a sostanzialmente esaurirsi il 7 maggio successivo. Il dossier completo sarà visionabile sul sito di Sma Campania a partire da lunedì prossimo, 11 maggio 2020. L’attivazione di un puntuale e metodico sistema di monitoraggio dovrà consentire per il futuro di rilevare con pronta tempestività fenomeni di assoluta e ingiustificabile gravità come quello che si è verificato alla foce dell’Agnena".

Il Comune di Napoli: “Subito una mappa degli scarichi"

“Suggerisco e chiedo al ministro dell'Ambiente – afferma l'assessore all'ambiente del Comune di Napoli Raffaele Del Giudice – uno screening attraverso la Regione Campania delle piccole e medie attività per avere una mappa dettagliata di tutti i loro scarichi. È necessario avere una mappa completa delle piccole e medie imprese e ora sarebbe il momento giusto per farlo. Si può realizzare anche con dei liquidi traccianti che si immettono negli scarichi delle attività e poi rivelano dove le acque di quella attività finiscono, se nei collettori legali o in mare. Lo abbiamo fatto negli anni scorsi a Posillipo con la polizia ambientale scoprendo diversi scarichi abusivi. Per le imprese si può pensare anche a incentivi per realizzare dei piccoli depuratori”.

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