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Macchia nera nel canale Agnena, la Procura apre un’inchiesta per inquinamento

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato una indagine per inquinamento ambientale per la macchia nera comparsa alla foce del canale dell’Agnena, nel Casertano. La fotografia, pubblicata sui social, era diventata rapidamente virale. Per Luigi Petrella, sindaco di Castel Volturno, non sono coinvolti caseifici o allevamenti ma si tratterebbe degli sversamenti abusivi di attività industriali o manifatturiere.
A cura di Nico Falco
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La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato una indagine per inquinamento ambientale dopo l'avvistamento di una macchia nera nel tratto di mare tra Castel Volturno e Mondragone, proveniente dal canale dell'Agnena, nel Casertano. Gli inquirenti attendono l'esito degli esami dell'Arpac: i tecnici hanno prelevato ieri sera dei campioni d'acqua per verificare quali sostanze siano state buttate in mare e risalire quindi ai responsabili; verifiche parallele sono state avviate dalla Capitaneria di Porto di Castel Volturno, a cui sono delegate le indagini.

L'area interessata oggi è stata sorvolata con i droni, sempre nel tentativo di individuare con precisione il punto dello sversamento. Il canale parte dalla zona di Caiazzo, comune dell'Alto Casertano, e attraversa la pianura campana per decine di chilometri prima di arrivare nel mare di Castel Volturno. Tra le ipotesi, quella che lo sversamento abusivo possa essere stato fatto dalle fabbriche, di recente riaperte, ma anche che si tratti di liquami provenienti da allevamenti, che sono molto diffusi in zona. Per il sindaco di Castel Volturno, Luigi Petrella, si tratta "dell'ennesimo sversamento illecito che colpisce Castel Volturno, provocato da qualche attività industriale o manifatturiera. Vanno messi in galera gli eventuali responsabili, perché sono criminali che danneggiano l'ambiente e l'economia di un territorio già molto provato per l'emergenza Coronavirus. Lo Stato deve intervenire con decisione".

Per il Primo Cittadino non sarebbero coinvolti gli allevamenti bufalini o i caseifici della zona. "Queste attività- dice – non hanno nulla a che vedere con la macchia nera; si tratta di attività che hanno continuato ad operare anche durante il lockdown, e non hanno creato alcun problema. Stesso discorso per le abitazioni private". La foto diventata virale sui social si è scoperto essere stata modificata per rendere più evidente la differenza di colore tra i liquami e il mare, ma è indubbio che qualcosa sia stato sversato illecitamente in acqua.

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