Insulti e difesa dei figli a oltranza: Matteo Renzi scarica Vincenzo De Luca
Quattro immagini. La prima è quella del video di Fanpage.it con Roberto De Luca seduto a trattare di gare per ecoballe, ovvero di vicende che nulla hanno a che fare né col suo lavoro da assessore comunale al Bilancio né con quello di commercialista ma semmai attengono alle funzioni gestite dal padre, il presidente della Regione Campania. La seconda è quella di Vincenzo De Luca che chiama «camorristi» e «squadristi» i giornalisti di Fanpage.it autori dell'inchiesta e chiede «chi li paga» offendendone la loro integrità. Poi ci sono i due episodi, bruttissimi, dei cronisti del nostro giornale prima aggrediti fisicamente a Salerno e poi brutalmente affrontati a Caserta, in entrambi i casi ad una convention del Partito Democratico.
L'affaire De Luca family e la difesa a spada tratta dal secondogenito del governatore rischiano di sbriciolare il già magro consenso del Partito Democratico nel Mezzogiorno che è sempre più polarizzato nei consensi tra Movimento Cinque Stelle e centrodestra. Per questo motivo se da una parte il sottosegretario Luca Lotti ha tentato di smorzare le polemiche, e il capo della comunicazione del Pd Matteo Richetti ha espresso solidarietà alla giornalista aggredita a Salerno, al Nazareno si attendevano che anche il patriarca di Salerno cambiasse registro. Niente, niente di tutto ciò. Il filmato su Facebook e la successiva sfuriata di Caserta hanno rivelato la rabbia incontenibile di un quasi 70enne che forse mai prima d'ora era stato messo così pesantemente in discussione. Di qui il malumore di Matteo Renzi che su questa storia ha letteralmente scaricato il governatore della Campania.
E in questo clima di passo indietro nei confronti di parole inaccettabili da un uomo delle istituzioni si inscrive la riflessione, fatta a mezzo Facebook, dal presidente del Partito Democratico di Napoli Tommaso Ederoclite: «Ti chiedo – si appella a De Luca – di lasciare perdere queste boutade aggressive e fuori dalle righe, chiamando "camorristi" e "squadristi" i ragazzi di Fanpage.it, che conosco tutti dai tempi dell'università, si impegnano, vogliono crescere e cercano di fare un lavoro di qualità in una terra difficile. Certo, qualcuno esagera nelle dichiarazioni pubbliche, qualcuno forse è spinto anche da motivazioni politiche oltre che professionali e civiche, ma la gran parte di loro ci mette cuore ed anima, passione ed orgoglio».