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Maxi frode da 70 milioni, l’imprenditore Luigi Scavone ammette violazioni tributarie

L’imprenditore Luigi Scavone, arrestato nell’ambito di una inchiesta su una presunta frode per 70 milioni che ha portato a 10 misure cautelari, 27 indagati e 32 società coinvolte, sta collaborando con gli inquirenti. Lo fa sapere il suo legale, Alfonso Furgiele. Le società interessate dall’indagine, riferisce l’avvocato, sarebbero reali e attive e non, come sostiene l’accusa, delle “cartiere”.
A cura di Nico Falco
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Luigi Scavone ha ammesso l'esistenza di violazioni di carattere tributario e sta collaborando con gli inquirenti. L'imprenditore, titolare della società Altea, capogruppo della Alma spa, era stato arrestato in una indagine del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e della Procura partenopea su una presunta maxi evasione fiscale di 70 milioni di euro; all'uomo è stata notificata una misura cautelare in carcere. Scavone ha anche raccontato agli inquirenti come è entrato in possesso di alcuni beni che poi sono finiti sotto sequestro, tra cui stampe di Mario Schifano quadri di Andy Wharol, per un valore di 250mila euro, e dei Rolex. “L'imprenditore ha ammesso che ci sono state delle violazioni tributarie – spiega l'avvocato Alfonso Furgiele, che lo assiste – ma il denaro è confluito nelle società anche per pagare tutte le tasse”. Si tratterebbe, cioè, di una società reale e attiva, e non di attività imprenditoriali fasulle costruite per creare una frode. Ora i magistrati, in sinergia con gli avvocati degli indagati e gli esperti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, stanno lavorando a una soluzione condivisa per garantire alle società coinvolte di continuare a lavorare, in modo da non incidere sugli stipendi degli oltre 10mila dipendenti.

L'operazione delle Fiamme Gialle era scattata a fine marzo: dieci arresti (tre in carcere e sette ai domiciliari), 27 indagati e 32 società coinvolte, e un sequestro di beni per circa 70 milioni di euro, equivalente all'ammontare complessivo della presunta truffa. Erano stati sequestrati quote societarie, automobili di grossa cilindrata e beni immobiliari tra Cagliari, Bergamo, Salerno, Reggio Emilia, Napoli, Caserta e Vibo Valentia, oltre a due ville a Capri e a Sperlonga. L'ipotesi di reato era quello di frode, attraverso “mancate compensazioni”, che sarebbe commessa attraverso società “cartiere”, ovvero attività fittizie create per aggirare le imposte.

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