Migrante colpito da un proiettile al Vasto, il questore: “Non è certo il movente razziale”
Dopo i numerosi episodi di razzismo, anche gravi, che si sono verificati nell'ultimo periodo in tutta Italia, ma anche in Campania – soltanto qualche settimana fa, nel cuore di Napoli, un ragazzo maliano fu colpito da un proiettile esploso da una pistola ad aria compressa – sono in molti quelli che ritengono che il fatto di sangue capitato ieri in via Milano al Vasto, quartiere del capoluogo campano che ruota intorno alla Stazione Centrale, c'entri con il razzismo e l'intolleranza. Ieri, Cisse Elhadji Diebel, mercatale senegalese di 32 anni, è stato colpito da un proiettile, questa volta vero, che gli si è conficcato in una gamba. Il questore di Napoli Antonio De Iesu, però, pur non escludendo il movente dell'odio razziale, non lo dà così per scontato, affermando che la Squadra Mobile, che si sta occupando della vicenda, sta vagliando le ipotesi a 360 gradi.
"A distanza di poche ore da un fatto anomalo – ha affermato il questore De Iesu – non è possibile ancora individuare la matrice, tant'è che gli investigatori stanno tornando sul posto per risentire la vittima, le persone che erano con lui, e ricostruire la dinamica di fatti fine dettagli, acquisendo anche immagini di sistemi di videosorveglianza a medio e lungo raggio. È ancora prematuro fare qualsiasi tipo di considerazione su quanto accaduto". Gli investigatori, poco fa, si sono infatti recati all'ospedale Loreto Mare, dove il 32enne è ricoverato, per interrogarlo sui fatti che lo hanno visto, suo malgrado protagonista. Un episodio simile, tristemente noto alle cronache, accadde al Vasto, dove tre ambulanti senegalesi vennero feriti a colpi d'arma da fuoco, in una vicenda che fu ricondotta al racket: nel raid venne ferita anche una bimba di 10 anni, che stava passeggiando nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il sindaco de Magistris: "Lavoriamo per la sicurezza di tutti"
All'indomani della sparatoria, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, interpellato dall'Ansa, si è espresso sulla vicenda. "Napoli è una città che vuole costruire una comunità coesa, con diritti e doveri per tutti ed è per questo che stiamo molto lavorando con tutte le comunità migranti per la sicurezza di tutti, per la coesione e la fratellanza e per affrontare nel modo migliore il tema dell'integrazione e per non alimentare guerra e violenza" ha dichiarato il primo cittadino partenopeo. "La sparatoria di ieri al Vasto è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza razziale che si sono verificati in Campania e a Napoli ed è la conseguenza diretta di una campagna di odio portata avanti anche da chi ha incarichi istituzionali, come il ministro Matteo Salvini" è invece l'idea di Enrico Panini, assessore al Bilancio del Comune di Napoli.
La comunità senegalese di Napoli ora ha paura
Che il movente dell'odio razziale venga accertato, o che dietro il ferimento di Diebel si nascondano altre dinamiche, così come il 32enne ora anche la comunità senegalese di Napoli vive nella paura. "Nella comunità c'è paura perché è evidente che si tratta di aggressioni mirate contro chi ha la pelle nera. Poteva capitare a ognuno di noi. Dicono che non è razzismo, allora mi spiegassero che cosa è" afferma Pierre, presidente della comunità senegalese napoletana. "Qui – continua Pierre – abbiamo sempre vissuto in pace, queste cose non erano mai accadute. Poteva capitare di subire un furto, una rapina, di trovarsi in mezzo a una sparatoria di camorra, ma non erano mai successi episodi che puntavano deliberatamente a colpire una persona di colore. Credo che si sta perdendo in un attimo tutto quello che avevamo costruito contribuendo e partecipando alla vita economica e sociale della città".