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Monumentando, Annigliato: “Usati e abbandonati dalla politica, quanti errori del Comune”

L’imprenditore della Uno Outdoor: “Restauri fatti a regola d’arte. C’è il verbale della Soprintendenza. Se le associazioni non sono d’accordo, nominino un perito. Solo ora scopriamo che la Torre Brava non era neanche del Comune, ma del Demanio. In piazza Di Vittorio non abbiamo potuto iniziare, perché il Municipio si è accorto che in quell’incrocio la pubblicità era vietata. La Stele di Salvo d’Acquisto? La consegneremo a fine febbraio, per scavalcare Carnevale. Non vogliamo sia imbrattata”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Le Torri Aragonesi restaurate
Le Torri Aragonesi restaurate

“Basta fango. Non ne possiamo più di questa storia di Monumentando. È finita. Il Comune ha rescisso il contratto. Come farà a restaurare gli altri monumenti non lo sappiamo e non ci interessa. Noi faremo causa e a marzo chiederemo un risarcimento di 1,8 milioni. I nostri restauri sono apprezzati, stiamo lavorando anche al Circolo del Tennis. Se non fossimo dei professionisti non ci chiamerebbero. I comitati non possono continuare a tirarci in ballo, perché questa storia è finita. Queste continue polemiche della associazioni danneggiano l'economia cittadina. Se hanno a cuore il bene dei monumenti, perché non propongono con loro mezzi i restauri? Si preferisce far scappare via i privati”. Non le manda a dire Giuliano Annigliato, imprenditore e patròn della Uno Outdoor, la società che fino allo scorso dicembre ha gestito il progetto Monumentando, che prevedeva il restyling di monumenti cittadini finanziato con la sponsorizzazione delle pubblicità affisse sui tabelloni dei cantieri.

“Da quando siamo andati via – prosegue Annigliato – abbiamo dovuto licenziare 3 dipendenti, tra architetti e operai, ne restano solo altri 13. Se hanno riserve sul restauro delle Torri Aragonesi chiedessero alla Soprintendenza che ha firmato il verbale di consegna. Peraltro abbiamo scoperto che la Torre lato mare, la Torre Brava con il guado della Marinella, sembrerebbe che sia del Demanio, quindi per proseguire i lavori avremmo dovuto chiedere ad un altro Ente”.

Monumentando è stato a lungo oggetto di contestazioni delle associazioni civiche. Palazzo San Giacomo, dopo la sentenza del Consiglio di Stato sfavorevole sul restauro delle Torri Aragonesi, ha deciso di chiudere il progetto. Anche se la società si è aggiudicata anche un altro appalto, attualmente in corso, della II Municipalità, per il restauro di altri 11 monumenti, tra cui la stele a Salvo D'Acquisto in piazza Carità. Tuttavia, i comitati chiedono di tenere alta l'attenzione anche su quest'altra operazione. “Basta polemiche – commenta Annigliato – I lavori sulle Torri Aragonesi sono ottimi, lo dice la Soprintendenza. Monumentando è morto, non esiste più”.

A che punto si è interrotto Monumentando?

“Abbiamo completato 7 opere, con un progetto nato con le migliori intenzioni: ridare vita ai monumenti, ripulendoli e restaurandoli, e utilizzare la pubblicità per un'azione sociale. Ci sono state contestazioni da parte di 3 associazioni, in particolare. Noi abbiamo sempre risposto. La Procura ci ha prosciolti da tutte le accuse. Le modifiche chieste dall'Anac le abbiamo fatte. Il Consiglio di Stato ci ha dato torto sulle Torri Aragonesi, probabilmente non ci siamo difesi adeguatamente. Ma ne prendiamo atto. Dopo che saranno terminati gli ultimi contratti, non metteremo mai più mano al restauro dei monumenti a Napoli. Ma basta con le polemiche. L'economia locale è bruciata da queste associazioni. Noi abbiamo 17 posti di lavoro e rischiamo di perdere i contratti con questa polemica continua”.

Farete causa al Comune per la rescissione?

“È stato il Municipio a disdire il contratto di Monumentando. Noi non ci siamo mai tirati indietro, nemmeno per il Maschio Angioino, per il quale eravamo disponibili. Il Comune ci ha inviato una lettera, noi abbiamo risposto. Quando ci sarà notificata la risposta, a metà marzo, probabilmente faremo causa. Ma ci hanno messi gli altri in queste condizioni. Per le polemiche, il Comune che è a rischio default, rischierà di perdere altri 1,8 milioni. Io faccio l'imprenditore, la mia era una bella idea, non è andata avanti, perché questa città è soffocata. Il problema è che tanti privati sono disponibili a venire incontro al Comune, a piantare i pini a Posillipo, per esempio, invece li fanno scappare via. L'amministrazione ha fatto passerella con Monumentando, ma poi ci ha abbandonati”.

La polemica sul restauro delle Torri Aragonesi non si placa. Perché?

“Smentisco assolutamente che i restauri non siano fatti bene. Ci sono il verbale e il collaudo agli atti. La Soprintendenza non ha fatto sconti ed era soddisfatta dei lavori. Se le associazioni non sono convinte, nominassero un perito”.

Perché una delle due torri, la Torre Brava, non è stata completata ed ha ancora le recinzioni?

"Quella Torre è fatiscente: è spaccata in mezzo a metà. È rimasta bloccata perché sta collassando. Per fare la variante occorrevano più giorni. Ma le associazioni si sono opposte presso il Consiglio di Stato che ha dato loro ragione. Poi l'ufficio Unesco del Comune e l'ufficio tecnico di Monumentando ci hanno comunicato la rescissione. La Torre non può essere recuperata. Il Demanio probabilmente dovrà fare una delibera per ripararla”.

Nel dossier fotografico dell'associazione Brancaccio si vedono anche della pietre lasciate in terra. Cosa sono?

“Le pietre che si trovano nell'erba sono della Torre alla quale non si può mettere mano perché il Consiglio di Stato ci ha dato torto. Per questo non abbiamo potuto mettere nemmeno i cancelli. Le pietre non le abbiamo tolte, né messe noi. Sono lì da 20 anni. Noi abbiamo lasciato il cantiere mesi fa, se poi è caduto preda del degrado non è colpa nostra”.

È vero che è stato verniciato il piperno?

“Polemiche strumentali. Ripeto. La Soprintendenza ha emesso gli atti, certificando che i lavori sono fatti bene”.

Perché non si sono fatti i lavori a piazza di Vittorio?

"In piazza Di Vittorio abbiamo dovuto smontare i ponteggi, perché il Comune, che è l'Ente proponente di Monumentando, si è accorto che lì non era possibile fare il restauro del monumento a fronte della pubblicità, perché si tratta di un incrocio. Noi l'abbiamo scoperto quando è arrivata la Polizia Amministrativa che ha verbalizzato il marchio pubblicitario. In pratica, abbiamo potuto potare solo l'erba delle aiuole. Insomma, sembra che la mano destra non sappia quello che fa la sinistra".

A piazza Carità il restauro della Stele di Salvo d'Acquisto è ancora in corso. La consegna era prevista per il 16 febbraio. Ce la farete?

“Per il 24 febbraio avremmo dovuto chiudere il cantiere. Ma non lo faremo perché è a ridosso del Carnevale e c'è il rischio che la stele appena rifatta possa essere imbrattata. L'idea è di consegnarla per il 29 febbraio. Ma il progetto della II Municipalità è molto diverso da Monumentando. Completeremo le 11 opere previste. Da parte nostra c'è sempre stato il massimo impegno. Solo per la Stele di Salvo d'Acquisto e per la Chiesa del Santo Spirito il costo dei ponteggi è di 38mila euro. Su luoghi in cui non è nemmeno semplice vendere la pubblicità”.

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