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“Morta dopo l’avviso di sfratto”: come stanno davvero le cose

Oggi, 7 luglio, all’indirizzo della signora Grazia Resicato è arrivata la comunicazione del Comune di Napoli, datata 1 luglio: la procedura di sfratto era stata sospesa a data da destinarsi. Ma la donna è morta tre giorni fa, il 4 luglio, in seguito a un malore. La donna, afferma il suo legale, si era sentita male proprio per la paura di perdere la casa.
A cura di Nico Falco
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I sopralluoghi finalizzati allo sfratto della signora Grazia Resicato, fissati per il 7 luglio, erano stati già annullati e la procedura rinviata ma la donna è morta prima di saperlo. Lo si apprende oggi, con una lettera consegnata al domicilio della ottantenne datata 1 luglio. La comunicazione, che tra i destinatari vedeva la signora Resicato, era stata inviata il 3 luglio. Ma il giorno successivo la donna, 80 anni, è deceduta nell'ospedale Cardarelli, dove era stata ricoverata in seguito ad un malore. Mentre il documento, spedito, è arrivato a destinazione oggi, 6 luglio, due giorni dopo il decesso, come una beffa. Secondo il suo legale, la donna si è sentita male proprio per la preoccupazione di dover lasciare l'abitazione.

"Si comunica che – si legge sul foglio consegnato oggi – a seguito della richiesta del Servizio Politiche per la Casa, i sopralluoghi indetti per il 7 luglio 2020 sono rinviati a data da destinarsi". In altre parole: il sopralluogo era saltato, nessuno si sarebbe presentato il 7 luglio per controllare l'abitazione e soprattutto in questa data non ci sarebbe stato nessuno sfratto esecutivo, che non era già in programma. "La signora Grazia è morta prima di ricevere la comunicazione – dice l'avvocato Angelo Pisani – l'Assessore al Welfare del Comune di Napoli non può lavarsi la coscienza affermando di voler avviare una inchiesta interna e piangendo lacrime di coccodrillo. Ho telefonato personalmente all'assessore venti giorni fa e le ho fatto presente le condizioni di salute precarie della signora Grazia e lo stress a cui la stavano ponendo. Oggi ci parlano di procedura interna per l'accertamento di eventuali responsabilità, ma noi faremo ricorso alla magistratura. Ora pretenderemo non solo che queste famiglie vengano finalmente lasciate in pace, ma che sia loro riconosciuto il giusto risarcimento per i danni che hanno subito a causa di un'amministrazione sorda e cieca di fronte allo stato di vero bisogno in cui versano queste famiglie"

Intanto, il Comune di Napoli nei giorni scorsi aveva già fatto sapere che, sia nei confronti della signora Risicato che verso l'altra inquilina, la signora Immacolata Ingangi, madre di tre bambini disabili, non si trattava di sfratto esecutivo, ma di avvisi sulla procedura in atto per procedere con i sopralluoghi e che quindi non ci sarebbe stato nessuno sfratto coatto in nessuno dei casi; la procedura era partita in quanto era scaduto il contratto e quelle arrivate alle due inquiline erano le relative comunicazioni di avvio dell'iter.

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