Napoletani scomparsi in Messico, accolto il ricorso all’Onu

L'Onu ha accolto il ricorso presentato dai legali delle famiglie di Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in circostanze ancora da ricostruire in Messico il 30 gennaio 2018: entro il prossimo 8 marzo le autorità messicane dovranno inviare atti e informazioni al Comitato sulle sparizioni forzate di Ginevra. Gli avvocati Claudio Falleti e Griselda Herrera hanno fatto sapere che l'Onu tratterà il caso “in virtù dell'ex articolo 30 della convenzione internazionale contro le sparizioni forzate”, quindi con carattere di urgenza; il segretario generale delle Nazioni Unite, hanno aggiunto, “ha inviato una nota al rappresentante messicano a Ginevra e ha notificato la decisione allo stato del Messico precisando quali sono le prescrizioni da rispettare”. I familiari dei tre scomparsi avevano annunciato la decisione di rivolgersi all'Onu alla fine di gennaio, dopo una serie di proteste messe in atto per attirare l'attenzione sul loro caso; l'ultima a Roma, quando una quarantina di loro si sono incatenati davanti alla Farnesina; nella circostanza una delegazione era stata ricevuta dal sottosegretario Merlo. Successivamente il ministero degli Esteri, con una nota, aveva ribadito l'impegno a sensibilizzare le autorità messicane nelle ricerche, annunciando come prima mossa l'intenzione di contattare l'Ambasciata del Messico a Roma.