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Napoletani scomparsi in Messico

Napoletani scomparsi in Messico, accolto il ricorso all’Onu

A fine gennaio i familiari dei tre scomparsi avevano annunciato di voler rivolgersi all’Onu. A metà gennaio la protesta davanti a Roma: in circa 40 si erano incatenati davanti alla Farnesina, che aveva poi accolto una delegazione e aveva assunto l’impegno di contattare le autorità messicane per chiedere di proseguire con le ricerche.
A cura di Nico Falco
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Raffaele Russo, 60 anni, Antonio Russo, 25 anni e Vincenzo Cimmino, 29 anni (rispettivamente padre, figlio e nipote): sono i tre napoletani scomparsi da mesi in Messico dal 31 gennaio 2018.
Raffaele Russo, 60 anni, Antonio Russo, 25 anni e Vincenzo Cimmino, 29 anni (rispettivamente padre, figlio e nipote): sono i tre napoletani scomparsi da mesi in Messico dal 31 gennaio 2018.
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L'Onu ha accolto il ricorso presentato dai legali delle famiglie di Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in circostanze ancora da ricostruire in Messico il 30 gennaio 2018: entro il prossimo 8 marzo le autorità messicane dovranno inviare atti e informazioni al Comitato sulle sparizioni forzate di Ginevra. Gli avvocati Claudio Falleti e Griselda Herrera hanno fatto sapere che l'Onu tratterà il caso “in virtù dell'ex articolo 30 della convenzione internazionale contro le sparizioni forzate”, quindi con carattere di urgenza; il segretario generale delle Nazioni Unite, hanno aggiunto, “ha inviato una nota al rappresentante messicano a Ginevra e ha notificato la decisione allo stato del Messico precisando quali sono le prescrizioni da rispettare”. I familiari dei tre scomparsi avevano annunciato la decisione di rivolgersi all'Onu alla fine di gennaio, dopo una serie di proteste messe in atto per attirare l'attenzione sul loro caso; l'ultima a Roma, quando una quarantina di loro si sono incatenati davanti alla Farnesina; nella circostanza una delegazione era stata ricevuta dal sottosegretario Merlo. Successivamente il ministero degli Esteri, con una nota, aveva ribadito l'impegno a sensibilizzare le autorità messicane nelle ricerche, annunciando come prima mossa l'intenzione di contattare l'Ambasciata del Messico a Roma.

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