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Covid 19

Tributi locali del Comune di Napoli annullati nel 2020: l’elenco di chi non pagherà

Il Comune di Napoli approva la delibera “Napoli Riparte” con gli sgravi per cittadini e imprese. Attività commerciali, artigiane, culturali e turistiche potranno non pagare le tasse locali come Tari, Imu e Cosap, per il 2020, ma dovranno essere “in regola con i pagamenti e che abbiano subito la chiusura per i provvedimenti governativi a seguito emergenza da Covid-19. Dovranno inoltre mantenere o integrare la forza lavoro preesistente alla chiusura”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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A Napoli tasse locali del Comune annullate per tutto il 2020 alle imprese che hanno subito danni per la crisi legata al Covid-19. È quanto annunciato dal Municipio, che ha approvato il 3 aprile scorso la delibera “Napoli Riparte” che contiene gli atti di indirizzo con tutti gli sgravi e le agevolazioni per consentire il rilancio dell'economia dopo la pandemia. Affinché le misure diventino effettive, quindi, serviranno ulteriori delibere attuative. Tra mancati introiti da tasse, tributi comunali e affitti del patrimonio comunale le cui scadenze sono state prorogate, si stima una perdita per il Comune di Napoli di circa 600 milioni di euro. Palazzo San Giacomo ha chiesto al Governo un aiuto economico. In particolare, l'azzeramento delle tasse per le imprese, specifica il Comune nella delibera, “è connesso al ristoro, da parte del Governo, di risorse finanziarie equivalenti, che l'Amministrazione Comunale ha già provveduto a richiedere”. Ecco in dettaglio tutte le agevolazioni della delibera 103 “Napoli Riparte”.

Chi ha diritto all'azzeramento delle tasse

Il Comune ha deciso di “attivare una maggiore liquidità nel sistema produttivo locale mediante la esenzione per la sola annualità 2020 del pagamento dei tributi locali – come Tari, Imu e Cosap ndr – da corrispondersi da parte delle attività commerciali, artigiane, culturali e turistiche che siano in regola con i pagamenti delle pregresse annualità e che abbiano subito la chiusura per i provvedimenti governativi a seguito emergenza da Covid-19. Per usufruire, inoltre, della esenzione dal pagamento dei tributi locali tali attività devono mantenere o integrare la forza lavoro preesistente alla chiusura. L'attivazione di tale misura agevolativa è connessa al ristoro, da parte del Governo, di risorse finanziarie equivalenti, che l'Amministrazione Comunale ha già provveduto a richiedere”.

Prestiti dalle banche e sconti sui fitti ai negozi

Secondo punto, “definire un accordo con il sistema dei credito locale che, affiancando l'iniziativa annunciata dal Governo circa l'attribuzione di garanzia dello Stato sul 100% sui crediti concessi dalle banche alle imprese a fronte dell'emergenza, contribuisca alla ripresa dell'attività per i settori produttivi cittadini, con particolare rifermento a quelli che più sfuggono alla formalizzazione della loro attività”. Terzo, la riduzione dei fitti per i negozi: “aprire n tavolo di lavoro con le associazioni dei proprietari immobiliari allo scopo di produrre un contenimento del costo degli affitti sui locali commerciali”. Quindi, "riprogrammare i fondi strutturali ancora disponibili per destinarli al rilancio delle attività maggiormente colpite".

Poteri speciali al sindaco per spendere i fondi europei

“Richiedere al governo di prevedere per i sindaci poteri speciali per velocizzare le procedure di spesa in conto capitale per la realizzazione dei progetti inseriti nel Pon e Por per avviare le opere infrastrutturali, riapertura dei cantieri, al fine di favorire la immissione di risorse pubbliche nei settori maggiormente strategici per il rilancio”. Il sindaco chiede anche al Governo una riforma della legge sul dissesto, visto che il Comune di Napoli, si trova in pre-dissesto dal 2013 con un disavanzo di 1,6 miliardi e un altro 1,1 miliardi di ulteriore disavanzo che potrebbero essere formalizzati col bilancio 2021. Il Comune intende "sostenere un'azione di impulso nei confronti del Governo volta all'ottenimento di misure per ridurre per il 2020 la percentuale di determinazione delle quote di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità sia in fase di previsionale che a consuntivo con un recupero graduale per gli anni seguenti delle differenze rispetto all'aliquota a regime.

Ristorare le perdite di fatturato subite dalle società partecipate dagli enti locali, in particolare le società del trasporto pubblico", come Anm che si trova in piano di rientro per il concordato preventivo pre-fallimentare e deve versare 180 milioni di euro ai creditori in 5 anni. Rinegoziare i mutui degli enti locali. Rivisitare la disciplina legislativa relativamente alle procedure del testo unico degli enti locali per i dissesti. Attivare semplificazione regolamentari amministrative organizzative e tecnologiche di competenza comunale finalizzate a ridurre il peso della burocrazia su cittadini e imprese e migliorare la qualità dei servizi offerti all'amministrazione locale. Individuare misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio".

Le opposizioni: "Mancano le coperture economiche"

"Sembra di essere su scherzi a parte – commenta Diego Venanzoni, consigliere comunale Pd – Si fanno proclami ai cittadini, si annuncia il taglio delle tasse comunali per il 2020, ma non si sottolinea con la dovuta chiarezza che non c'è la relativa copertura finanziaria. La delibera approvata, peraltro, non ha il parere di regolarità contabile, in quanto mero atto di indirizzo. Vorremmo capire come l'amministrazione intende davvero far ripartire Napoli con questo provvedimenti".

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