Il primo video di Bloody money, l'inchiesta su corruzione, politica, appalti nel ciclo dei rifiuti in Campania, realizzato da Fanpage.it introduce la figura dell'uomo, un boss della camorra che per anni ha gestito, come una sorta di ‘broker', il traffico dei rifiuti in tutta Italia il cui nome è Nunzio Perrella. Dopo 21 anni passati agli arresti domiciliari, Perrella è tornato ad essere un cittadino libero, e – come racconta nella video inchiesta di Fanpage.it – ha proposto allo Stato di infiltrarsi di nuovo nell'ambiente, scegliendo poi il nostro giornale per mostrare il diffuso sistema delle mazzette ai politici negli appalti per la gestione dell'immondizia. Un business che, secondo quanto rivelato dal reportage, produce un milione di euro al mese, frutto del traffico di seimila tonnellate smaltite al prezzo di 175 euro a tonnellata. E ai politici compiacenti vanno 175.000 euro al mese.
Nunzio Perrella, il nostro infiltrato
"Ho gestito per anni il traffico dei rifiuti in tutta Italia – spiega Nunzio Perrella nel primo video di Bloody money -. Dopo 21 anni passati agli arresti sono tornato un libero cittadino. E ho proposto allo Stato di infiltrarmi di nuovo nell’ambiente, ma nessuno mi ha voluto mai aiutare", perché ritenuto non affidabile. Ma l'ex boss è andato avanti e, spiega, "l’ho fatto perché tutti sanno e nessuno fa niente. Abbiamo incontrato centinaia di trafficanti di rifiuti, spietati camorristi, imprenditori spregiudicati e politici corrotti".
Come è nata l'inchiesta Bloody money
Tutto è cominciato ad agosto del 2017, quando contattammo Nunzio Perrella affinché ci mostrasse un campo a Ferrara in cui, anni prima, aveva riferito di aver sversato rifiuti tossici. Gli chiedemmo di andare in loco e mostrarci la discarica e vi trovammo, tra i diversi rifiuti, anche l'amianto. L'inchiesta si sarebbe potuta fermare a quell'unico video, per affidare poi alla Procura tutte le indagini del caso. L'affidabilità dimostrata da Perrella, in quanto attore e testimone di un traffico di rifiuti che non era evidentemente limitata né alla Terra dei Fuochi né a un determinato periodo storico, ci portò a proporre all'ex boss qualcosa in più.
Per questo motivo bisognava sedersi ai tavoli in cui le decisioni sul traffico dei rifiuti vengono prese. Abbiamo fatto girare la voce che Perrella volesse entrare di nuovo nel "business" e, per favorirne l'inserimento, abbiamo rappresentato l'ex boss con una doppia faccia, quella del denunciante di Ferrara e quella, altrettanto credibile, visto il passato, di trafficante. Abbiamo quindi conosciuto un imprenditore napoletano ben inserito negli ambienti politici della Regione Campania, che ha ci ha presentato Agostino Chiatto, segretario particolare di Luciano Passariello consigliere delegato della società Sma Campania, e Lorenzo Di Domenico, amministratore della stessa società.
Iscritti nel registro degli indagati
"Luciano [Passariello, NdR] mo si candida, il 4 si candida… e noi proprio per questo ci serve una spinta per dargli una mano", dice il segretario di Luciano Passariello", precisando che però "noi non lo dobbiamo mai coinvolgere dentro". Un concetto confermatoci tempo prima dall'imprenditore napoletano che, ben inserito negli ambienti politici della Regione Campania, ci aveva fatto da tramite di un contatto diretto con la Sma, società in house della Regione Campania che, tra le principali mansioni, si occupa di risanamento ambientale, riassetto ambientale e potenziamento dell'azione di bonifica dei siti inquinati.
Dalle immagini, raccolte in quasi mezzo anno di indagine, è scaturita l'inchiesta della Procura di Napoli che vede al momento iscritti nel registro degli indagati, tra gli altri, Luciano Passariello, consigliere regionale e candidato alla Camera per Fratelli d’Italia, e Roberto De Luca, secondogenito di Vincenzo, governatore della Regione Campania, oltre che assessore al bilancio del Comune di Salerno.