Dossier choc dell'Anm. A Napoli i pullman non riescono a garantire i «livelli minimi» di trasporto. Le linee bus coprono solo i 2/3 dei chilometri che dovrebbero percorrere ogni anno in città. Su circa 12 milioni di km previsti per i servizi minimi, ad oggi ne sono coperti appena 8,5. Quasi un terzo in meno. Non solo. Ogni giorno saltano in media il 15% delle corse, tra intralci alle corse per traffico, guasti in linea e mancanza o assenza di personale. È quanto emerge dai dati aziendali aggiornati al 30 aprile scorso. Numeri che per i cittadini si trasformano in ore di attesa alle fermate per aspettare un bus che sembra non passare mai.
Le linee critiche dei bus
Tra le linee critiche 140, C33 e 618. Non solo non ci sono i pullman, ma c'è una carenza fortissima di personale. Con l'attuale organico di circa 680 unità e 85 linee –secondo i dati – l'Anm è in grado di assicurare non più di 11 milioni di km su base annua, suddivisi in circa 8,5 urbani e 2,5 suburbani. A fronte di un programma per i servizi minimi che prevede 12 milioni di km urbani e 3,5 suburbani.
Per raggiungere la copertura minima di km, infatti, occorrerebbero almeno 300 autisti in più. L'organico ad aprile 2019 è di circa 680 dipendenti, 82 in meno rispetto a un anno fa, pari al -10,7%. A gennaio 2016, gli autisti dei pullman Anm erano 957 (277 in più), praticamente il doppio. In due anni tra scivoli, pensionamenti naturali e fuoriuscite varie è andato via quasi il 30%. Un terzo di tutta la forza lavoro degli operatori di esercizio. Anche se il tasso di malattia è tra i più bassi del settore, solo il 6,5 %. Una valvola di sfogo potrebbe arrivare dalle procedure per le nuove assunzioni a tempo determinato di 100 autisti tramite agenzie interinali, che l'Anm ha messo in campo.
I nuovi mezzi Anm? In deposito
La situazione non è migliorata con l'arrivo dei nuovi pullman comprati dal Comune l'anno scorso. I nuovi mezzi Citymood sono quasi tutti fermi in deposito, in maggioranza per anomalie, ma anche perché vandalizzati. Una decina è bloccata a Cavalleggeri, altrettanti lo sono al deposito di via delle Puglie. Un'ecatombe, che purtroppo sembra difficile da fermare. «Una situazione insostenibile – commenta Nino Simeone, presidente commissione Trasporti – I cittadini meritano servizi efficienti. Verificheremo in Commissione nei prossimi giorni».
Metro linea 1, mancano i macchinisti
Mancano anche i macchinisti della metropolitana Linea 1. Ne servirebbero 72 per far marciare gli 11 treni previsti per il servizio minimo e garantire le frequenze di 7-8 minuti. Invece al momento ce ne sono solo 60. Una carenza che sommata alla scarsità di treni disponibili porta ad oggi a viaggiare con 8-9 treni al giorno. E quando un paio di convogli si guasta, il servizio va in sofferenza. Se si scende sotto i 6 treni, la circolazione del metrò viene ridotta alla tratta Piscinola-Dante.
E la situazione potrebbe peggiorare. L'anno prossimo è previsto l'arrivo dei 10 nuovi treni comprati dal Comune, che dovrebbero essere consegnati a partire da gennaio. Ma contemporaneamente i macchinisti a giugno 2020 scenderanno a 48 e saranno insufficienti per coprire tutto il servizio. Rimpiazzarli non sarà semplice né veloce. «Per formare un macchinista di treno – spiega Fulvio Fasano, Ugl Fna – servono circa 10 mesi, tra corsi e affiancamento per far pratica. Se non si parte subito si rischia tra un anno di avere i treni fermi in deposito, perché non ci saranno i macchinisti per guidarli. Il tema è serio e domani sarà al centro di un incontro in Prefettura chiesto dall'Ugl».
«Non riusciamo a garantire un servizio soddisfacente per i passeggeri, nonostante gli sforzi e questo ci dispiace – ammette Vincenzo Crespa, sindacalista Usb – Rispettare le frequenze, putroppo, non è facile. Il 140, per esempio, che va da Capo Posillipo a via Santa Lucia, dovrebbe partire ogni 19 minuti nei giorni feriali, ma impiega circa un'ora e 40 minuti per fare tutto il percorso. In via Chiatamone ci sono sempre rallentamenti. L'anno scorso hanno sostituito le strisce blu a raso con quelle a spina di pesce per contrastare le doppie file. Ma si è avuto l'effetto opposto, perché le auto sostano a spina di pesce e in più anche in doppia fila. In via Giordano Bruno la preferenziale non la rispetta nessuno».
I casi limite
Il C33 (via Suarez-via Cinthia-Università), venerdì pomeriggio, attorno alle 19, viaggiava solo con 2 pullman su 3 programmati perché uno non era uscito per mancanza di personale. Con un'attesa media di 40 minuti, a fronte dei 29 previsti. E impiega anche quasi 2 ore nelle ore di punta per fare tutto il percorso, considerando che attraversa aree molto trafficate come via Cilea e via Epomeo. Nella stessa fascia oraria sul C12 (Circumflegrea di Pianura-piazza Vittoria) su 4 vetture programmate solo 3 erano in esercizio, perché una era guasta. Forti disagi anche sul 618, che va da Largo Giustiniano a via Bruno, ma che prima arrivava fino a piazza Vittoria, costringendo oggi chi deve proseguire a comprare due biglietti corsa singola o a procurarsi quello integrato. Ritardi registra anche il C13 che collega Pianura a piazza Quattro Giornate, ma dopo le 18,30 diventa seminvisibile. Così come il C16, la circolare del corso Vittorio Emanuele, che a volte, alle 10 del mattino bisogna aspettare anche più di un'ora. «Eppure – commenta Crespa – investire sui bus è fondamentale, perché molte famiglie scelgono la scuola per i propri figli proprio in base ai collegamenti. Oltre all'assunzione di almeno 300 autisti, servirebbero anche altre 150 vetture in più. Molte sono state rottamate. Ed è molto difficile che possano ripassare al collaudo i vecchi 490 degli anni '90, già inidonei per il doppio scalino che crea una barriera architettonica per i disabili».