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Napoli, il piano anti-traffico del Comune pagato con i soldi per le Vele di Scampia

Per completare il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, fermo dal 2016, il Comune si affida ai privati. Bando da 124mila euro. Ma i soldi saranno presi dai fondi di Restart Scampia, quelli per l’abbattimento delle Vele e il restyling del quartiere. Il Pums è bloccato da tre anni, nel 2017 il ministero ha cambiato anche le linee guida e ora va aggiornato.
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A cura di Pierluigi Frattasi
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Il completamento del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums) del Comune pagato con i soldi per abbattere le Vele e far rinascere Scampia. Ben 124mila euro per finire il piano approvato dalla giunta de Magistris tre anni fa, a maggio 2016, e rimasto finora lettera morta, perché mai passato in consiglio comunale. Il tutto mentre la città era ingabbiata tra i cantieri eterni, come via Marina, e nel caos del traffico. Nel frattempo, nel 2017, il ministero dei Lavori Pubblici ha emanato le nuove linee guida per il Piano traffico, e anche quello per la viabilità sostenibile di Napoli, mai entrato in funzione, adesso va rifatto e aggiornato.

Da qui, il bando pubblicato dal Comune che sarà in vigore per i prossimi 30 giorni, fino al 10 giugno prossimo. I soldi, che serviranno in parte (110mila euro) «per il completamento del Pums e l'aggiornamento del Pgtu», il Piano Generale del Traffico Urbano, e in parte (14mila euro) «per l'elaborazione e la realizzazione del percorso partecipato», saranno attinti dai fondi del progetto «Restart Scampia», quello ideato dal Governo Renzi per abbattere le Vele e riqualificare il quartiere, che è attualmente in corso. L'importo della gara per il Pums è stato ridotto del 50%, visto che «è stato già predisposto dall’Amministrazione un “livello direttore” di piano – si tratta, appunto, della delibera approvata nel 2016 – ed è stato già avviato il percorso partecipato». Si aggiunge un'altra riduzione del 30%, in quanto il Pums è «uno strumento di pianificazione di settore e non di pianificazione urbanistica generale».

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Perché un laureato in Scienze della Comunicazione?

La durata del lavoro è di 15 mesi e per partecipare alla gara bisognerà possedere precisi requisiti. La società dovrà avere un gruppo di minimo 4-6 persone, tra cui tre architetti o ingegneri, iscritti all'albo da almeno 10 anni, e un laureato in Scienze della Comunicazione da 5 anni, che si occuperà di fare interviste e sondaggi. I membri dovranno possedere competenze per la redazione della Vas (la Valutazione Ambientale Strategica) e per la pianificazione e la progettazione di sistemi di trasporto. Inoltre, bisognerà dimostrare di avere avuto un fatturato globale per servizi di ingegneria e architettura di almento 200mila euro nei migliori tre esercizi degli ultimi 5 anni. In media, quindi, il compenso degli esperti potrebbe aggirarsi tra i 1.300 e i 2mila euro al mese ciascuno.

Ma cos'è il Pums e a cosa serve? Si tratta di uno strumento di pianificazione strategica per sviluppare una visione di sistema della mobilità urbana sostenibile su scala metropolitana su un arco di circa 10 anni. Dentro ci sono, ad esempio, le previsioni per le auto elettriche, le piste ciclabili, le Ztl, i parcheggi di interscambio, i trasporti pubblici, la mobilità per i turisti e altre misure anti-smog. La giunta comunale di Napoli ha approvato la delibera col “livello direttore” del Pums nel 2016, ma questa non è mai andata in vigore, perché necessitava prima del passaggio in consiglio comunale.

A cosa servirà il piano

Il bando appena lanciato servirà a completare il Pums, seguire tutte le procedure per ottenere l'indispensabile Vas (Valutazione ambientale strategica) e concludere il percorso partecipato con le associazioni. All’interno del Pums, poi, «dovrà essere sviluppato l’aggiornamento del piano generale del traffico urbano (Pgtu)». In appendice, poi, dovrà recare uno studio sulla riorganizzazione del sistema di distribuzione e trasporto delle merci in un’ottica di sostenibilità ambientale. Tra i vari compiti, l'Rti vincitrice dovrà fare anche «campagne di indagine integrative (per esempio sui flussi di traffico, sulla sosta e sull'utilizzo del trasporto pubblico, sulla distribuzione delle merci)», per conoscere e aggiornare la situazione sulla domanda di trasporto e viabilità in città.

Lo studio sull'aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (Pgtu), invece, dovrebbe portare a risultati immediati sulla viabilità cittadina. La task force, infatti, dovrà esprimersi e dare indicazioni in materia di «classificazione funzionale della rete viaria; regolamento viario; interventi prioritari di risoluzione di criticità della circolazione; trasporto pubblico urbano; mobilità pedonale; mobilità ciclistica; mobilità elettrica; mobilità turistica; aree pedonali, zone a traffico limitato, zone a traffico moderato (zone 30, strade residenziali), logistica urbana; sistema della sosta; smart mobility (ITS, shared mobility), e abbattimento barriere architettoniche».

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Giornalista professionista dal 2016, per Fanpage.it segue la cronaca di Napoli, con particolare riferimento ai settori politica, istituzioni, trasporti, Sanità, economia. Ha collaborato in passato con i quotidiani “Il Mattino”, “Roma”, “Il Fatto quotidiano.it” e con l'agenzia di stampa Italpress. Nel 2014 ha vinto il Primo Premio al Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”. Per l'attività giornalistica svolta è stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche (tra le quali Agorà, RaiRadio2, TgCom24, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Marte, Radio Amore Napoli, Canale 8). Moderatore di convegni e dibattiti pubblici per Provveditorato per le Opere Pubbliche della Campania e Molise, Banca Fideuram – Intesa Sanpaolo, Eurispes. Ha svolto attività di ricerca scientifica di carattere storico-economico. È autore dei saggi pubblicati su Meridione, Sud e Nord del Mondo: "La ristrutturazione industriale negli anni ’70 del Novecento. I salvataggi Gepi di imprese campane" (Esi, 2013), "Espansione e sviluppo dell’industria aerospaziale campana negli anni ’70 del Novecento" (Esi, 2013), e "Pensiero meridiano e politiche europee per il Mediterraneo" (Esi, 2010).
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