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Covid 19

Napoli, infermieri senza protezione da Covid: stop alle cure domiciliari per 3.000 malati

Si fermano infermieri e Oss che svolgono le cure domiciliari per oltre 3000 pazienti nel territorio della Asl Napoli 1. Impossibile reperire sul mercato mascherine e protezioni per gli operatori che prestano servizio nelle abitazioni dei pazienti passando di casa in casa. A rischio numerose tipologie di pazienti, dai malati oncologici a quelli in degenza post operatoria.
A cura di Antonio Musella
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Impossibile reperire sul mercato i DPI, ovvero i dispositivi di protezione individuale, le mascherine, i guanti, le tute, e così da giorni infermieri e operatori socio sanitari continuavano a lavorare fornendo assistenza a casa ai malati nella città di Napoli. Da oggi la Coad che gestisce il servizio per conto dell'Asl Napoli 1, ha comunicato ai vertici della sanità campana che sospende il servizio. Uno stop dovuto all'aumento dei contagi da Coronavirus fatto registrare in città e all'esposizione continua del personale medico e infermieristico che senza protezioni era costretto a lavorare passando da casa in casa, da paziente a paziente. Un rischio enorme non solo per il contagio ma anche per la diffusione stessa del virus, così da stamattina i 200 operatori della Coad resteranno a casa.

Oltre 3000 malati : dalle medicazioni alle cure oncologiche

Il servizio di cura in casa svolto da infermieri e operatori socio sanitari, riguarda nella sola città di Napoli oltre 3000 pazienti che ricevono le cure che non possono essere svolte presso le strutture ospedaliere. In un momento di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo, il lavoro degli operatori che effettuano le cure in casa dei pazienti è ancora più cruciale perché impedisce che gli ospedali vengano ulteriormente ingolfati dall'arrivo di nuovi pazienti o dal prolungarsi delle degenze. Le cure che vengono svolto sono molteplici, si va dalle cure per i pazienti oncologici, pre e post intervento e post chemioterapia alla riabilitazione dei pazienti che hanno subito traumi e fratture, dai servizi di igiene personale come il lavaggio di anziani e disabili fino alle medicazioni per i pazienti che hanno subito degli interventi chirurgici. Tutte operazioni che non possono essere svolte da personale non qualificato ma che vengono svolte da infermieri e Oss presso i domicili dei pazienti per liberare spazio negli ospedali e nelle strutture riabilitative. Gli operatori quindi svolgono il proprio turno di servizio attraversando le case dei pazienti ed entrando in contatto con le loro famiglie.

La comunicazione alla Asl: "Impossibile comprare mascherine"

La comunicazione alla Asl Napoli 1 è arrivata in mattinata via PEC, il contenuto della lettera spiega che è stato fino ad ora impossibile per il soggetto attuatore reperire mascherine e protezioni sul mercato, pertanto il servizio viene sospeso per non mettere a rischio la salute degli operatori e dei pazienti. Sono andati avanti per settimane gli infermieri e gli Oss con mezzi scarsissimi, mascherine chirurgiche usa e getta, guanti e tute che con il passare dei giorni dovevano essere sostituite. Ad oggi non ci sono più materiali, l'ultimo tentativo di acquisto da parte del Coad non è andato a buon fine, l'ordinativo di mascherine è stato requisito. Secondo l'appalto in vigore è il soggetto privato che deve farsi carico della dotazione dei presidi sanitari per gli operatori, ma davanti all'impossibilità di acquistarne non si è potuto far altro che sospendere il servizio. Un'emergenza quella delle mascherine che sta letteralmente travolgendo il sistema sanitario campano. Da giorni si registrano carenze o addirittura assenza di DPI negli ospedali napoletani e l'impossibilità di reperire materiale ha colpito anche il settore privato. Si attendono nelle prossime ore gli arrivi in Campania dei materiali promessi dalla Protezione Civile che andranno a rifornire le strutture ospedaliere ed il personale del 118. Per infermieri e Oss che svolgono i servizi domiciliari non si uscirà dello stallo a meno che il servizio sanitario regionale non si adoperi per lo sblocco delle forniture richieste dai soggetti privati. Da stamane i centralini delle Asl sono infuocati per le telefonate degli oltre 3000 pazienti che da stamattina non ricevono più le cure domiciliari. Una situazione drammatica che rischia di peggiorare ulteriormente il già drammatico quadro sanitario in cui stiamo vivendo.

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