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Camorra Entertainment: Tony Colombo e Tina Rispoli

Napoli, Tony Colombo, Tina e i neomelodici. Non dite che poteva succedere ovunque

Napoli è il territorio più fertile in assoluto per favorire il contatto tra il mondo della camorra e quello artistico. La storia di Tony Colombo e Tina Rispoli mostra e conferma quanto già accaduto ad altri ragazzotti dall’ugola d’oro nei rapporti con lo show business delle serenate, dei matrimoni, della musica napoletana ad uso e consumo delle cerimonie.
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Non ditelo. Non «poteva succedere ovunque» quel che è accaduto a Napoli al cantante neomelodico Tony Colombo e alla moglie Tina Rispoli, vedova del boss di Secondigliano Gaetano Marino. A Napoli il re delle serenate alle aspiranti sposine ha raggiunto il successo – l'inchiesta giornalistica intitolata Camorra Entertainment di Fanpage.it sta spiegando come -. A Napoli la signora Tina ha raggiunto rispetto e potere in un modo che nulla ha a che vedere col rispetto e col potere del lavoro e della meritocrazia. Napoli, la sua musica di strada intrisa di buoni sentimenti ma spesso urlata a squarciagola da personaggi ambigui e pubblicizzata ristorante dopo ristorante, cerimonia dopo cerimonia, da lestofanti dell'entertainment, è al centro di questa storia, non solo contesto ma anche terreno di coltura dell'ennesimo batterio killer, quello dell'industria dell'intrattenimento che s'intrattiene anche con gente di camorra.

Cantanti neomelodici, siciliani, calabresi, pugliesi cercano i loro interessi nella città partenopea. Lo scrive in un libro pressoché introvabile "Napoli Serenata Calibro 9" Marcello Ravveduto, storico campano, tra le massime autorità nello studio delle dinamiche criminali intrecciate allo show-biz partenopeo e alle sue storture:

Da questo punto di vista Napoli continua ad essere una capitale. Nel settore della canzone neomelodica tutti sono amici di tutti (senza nessuna distinzione tra buoni e cattivi). Ognuno ha bisogno dell'altro: c'è un continuo scambio di reciproca utilità tra autori, cantanti, impresari, media, agenzie, case discografiche, produttori, organizzatori di feste e committenti Chi crede di poter campare con la propria voce deve stare a Napoli, per trasformare un hobby in business economico. La stabilità residenziale rafforza le conoscenze, da sfruttare anche come canale d'accesso verso nuovi rapporti e reti di relazioni.

Ricorda qualcosa? Il Tony Colombo che racconta proprio a Fanpage.it i suoi esordi e la voglia di venire a Napoli per "sfondare".
Ma possibile che la "capitale" della musica popolare d'un certo tipo poi non possa fare altro che condurre al cospetto di forze criminali? Ravveduto ci viene in soccorso anche in questo caso:

Gli episodi dell’inchiesta

Neomelodici e camorristi, dunque, si incontrano nell'intreccio delle relazioni comunitarie: autori, impresari produttori e pubblico neo-melodico appartengono, per la maggior parte, ad un ambiente sociale omogeneo, cioè i quartieri popolari di Napoli. Quando un cantante, principiante o affermato, è nato e cresciuto in uno dei Quartieri-Stato a quale personaggio influente può rivolgersi? Quando un giovane del quartiere ha una bella voce, ma non ha le risorse economiche e relazionali per stondare nel mondo della musica, perchè nen dovrebbe avvalersi della raccomandazione del boss che gli può presentare molte persone ed investire un po' di soldi? Invece di spacciare, canta. In breve tempo l'artista sara ingaggiato in decine di cerimonie di "cumparielli".

Basta scorrere le cronache degli anni Ottanta: le Telemiracoli con le tombole, la musica e i messaggi ai clan, il fiorire di cento altre piccole emittenti di quartiere con mille interessi quasi mai chiari e trasparenti. Gli affari d'oro dei ristoranti da "matrimonio napulitano" e le loro scalette di neomelodici tra un pacchetto al coccio e un secondo di carne alla brace. Manager, feste di piazza, service per microfoni e palchi. Oggi l'altro business è quello dei social network, in particolare Instagram, dove per soldi si fa qualsiasi cosa. Al centro di tutto però c'è sempre lei. Napoli punto d'arrivo, Napoli città permissiva, Napoli dove tutto si può e il fratello di un sindaco arriva a scambiare decine di messaggi con il re della serenata neomelodica (e perché poi? A chi giova?). Napoli e la sua ugola pronta a gorgheggiare canzoni d'amore e di malavita; un tempo era il mammasantissima Mario Merola e oggi sono loro, le nuove leve del neoromantic sound partenopeo come qualche giornalista chiama tutto questo giro di musica e affari.

Poteva succedere ovunque, quindi? Non sembra affatto. Qui il terreno è dissodato e fertile e da sempre anche la gramigna, l'erba Scampia, cresce e ha un suo perché. Poi si secca e secca il circostante, ma a chi importa? Quando accade c'è già qualcosa d'altro da fare, qualche altro idolo da innalzare, un altro modo per far denari. Del resto com'è che si dice? Lo spettacolo deve continuare….

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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