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Negato il risarcimento ai genitori di Arianna, la “bimba di legno” paralizzata dopo un’operazione

Negato il pagamento per i genitori di Arianna Manzo, la bimba che, 15 anni fa, divenne sorda, ipovedente e tetraplegica dopo un’intervento all’ospedale Cardarelli. Proprio il nosocomio, nel novembre 2019, era stato condannato a risarcire la famiglia con 3 milioni di euro. Cifra mai pagata ed ora sospesa dalla Corte d’Appello di Salerno.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sospeso il risarcimento per i genitori della piccola Arianna, la bimba oggi quindicenne rimasta tetraplegica, sorda ed ipovedente dall'età di appena tre mesi dopo un'operazione all'ospedale Cardarelli di Napoli. Il nosocomio napoletano era stato condannato, in primo grado, ad un maxi risarcimento di tre milioni di euro al quale però si era subito opposto. E quest'oggi la corte di Appello di Salerno ha dato ragione all'ospedale partenopeo, sospendendo il risarcimento per i genitori della piccola.

La motivazione della sospensione, fa sapere l'avvocato della famiglia della piccola Arianna, Mario Chiccetti, è che l'Azienda Sanitaria "si vedrebbe esposta all'evenienza di dover subire un esborso di rilevante entità con il rischio di non poterlo recuperare in caso di esito favorevole del giudizio". Già la scorsa settimana i genitori di Arianna, Eugenio Manzo e Matilde Memoli, assieme a parenti ed amici, avevano iniziato uno sciopero della fame per sollecitare il pagamento del risarcimento: del caso si era interessato anche Vincenzo De Luca, il presidente della regione Campania. Una vicenda che si trascina da anni. Come spiegato dall'avvocato stesso, infatti, "dopo nove anni di giudizio di primo grado durante i quali i genitori hanno dato fondo a tutte le risorse economiche loro e dei parenti più stretti", il vero problema è che la piccola Arianna "non può più curarsi. Si tratta di una pronuncia, purtroppo inappellabile, che conferma l'incompatibilità dei tempi della giustizia con quelli della vita umana. Soprattutto in casi simili ove per ottenere una pronuncia di primo grado si è dovuto attendere nove anni e probabilmente altrettanti se ne dovranno attendere prima che la Corte si pronunci per il secondo grado".

La vicenda, come detto, risale a quindici anni fa: Arianna aveva solo tre mesi, nel 2005, quando venne ricoverata in ospedale e sottoposta ad alcune cure. In base a quanto ricostruito in questi anni, sarebbe stata proprio la somministrazione in dosi eccessive di un anestetico che avrebbe fatto sì che la piccola riportasse gravi danni al sistema nervoso, diventando sorda, ipovedente e tetraplegica. Lo scorso novembre 2019, l'ospedale Cardarelli era stato quindi condannato a risarcire la famiglia della piccola con tre milioni di euro: cifra che però non è mai stata pagata e che ora è stata sospesa.

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