La svolta potrebbe arrivare già nelle prossime ore. Le forze dell'ordine hanno messo sotto assedio la zona di piazza Nazionale per arrivare all'identificazione del killer che lo scorso 3 maggio ha aperto il fuoco contro Salvatore Nurcaro, ferendo gravemente la piccola Noemi con una pallottola vagante. Gli investigatori stanno torchiando in queste ore noti pregiudicati del posto, seguendo la doppia pista del regolamento di conti e quella che invece porta direttamente a San Giovanni a Teduccio e alla faida tra i Mazzarella e i Rinaldi; la zona dove è avvenuto il raid è sotto l'influenza del clan Contini, collegato ai Rinaldi, il gruppo di camorra cui gli investigatori ritengono vicino il reale obiettivo dell'agguato.
Fondamentali, per il riconoscimento del sicario, le telecamere di sorveglianza di due esercizi commerciali che si trovano in piazza Nazionale, a pochi metri dal punto degli spari: nelle immagini si vede un uomo corpulento, completamente vestito di nero, che arriva a piedi al lato di Salvatore Nurcaro, che sta guardando il telefono, gli punta la pistola alla testa e preme il grilletto. L'uomo scappa, gira l'angolo, ma il killer lo insegue continuando a sparare. Almeno dieci colpi: 5 vanno a segno nell'obiettivo, uno ferisce di striscio una donna di 50 anni e un altro trapassa il torace di Noemi, forandole entrambi i polmoni; la bambina ora è al Santobono, è stata già operata ed è ricoverata in Terapia Intensiva in condizioni gravissime.
Partendo da quei video, e dalla profonda conoscenza del territorio, gli investigatori hanno cominciato a fare terra bruciata intorno al killer. Sono stati ascoltati numerosi pregiudicati della zona e già poche ore dopo l'agguato sono partite le "picchiate" in casa di sospetti o di persone che potrebbero sapere qualcosa. Individuata anche la motocicletta usata per l'agguato: è una Benelli poi risultata rubata, si cerca il complice che era rimasto in sella e che aveva accompagnato il sicario in piazza Nazionale fuggendo poi con lui.