"Non mollare, non sei sola, preghiamo per te!" A Giannino Durante e a sua moglie Carmela sembra di ripercorrere un incubo. Quello che il 27 marzo 2004 gli strappò la figlia Annalisa, vittima innocente di una sparatoria fra camorristi, finita nel fuoco incrociato e morta in strada. Oggi che sono i genitori della piccola Noemi, in fin di vita, colpita da un proiettile in piazza Nazionale, a soffrire i Durante hanno sentito il dovere di stringersi a questa coppia di genitori così duramente provata. E sperare, pregare, che non accada a loro ciò che quella maledetta sera avvenne in via Giudecca Vecchia a Forcella.
Mamma Carmela è sempre stata più silenziosa e poco propensa a raccontare della figlia perduta; Giovanni Durante invece ha fatto del suo dolore motivo di testimonianza per la legalità: ha aperto una Ludoteca a Forcella e spesso parla di Napoli e della criminalità, guardando alle nuove generazioni soprattutto e chiedendo loro di non percorrere la strada della malavita. Nei giorni immediatamente successivi all'agguato di piazza Nazionale Giovanni Durante ha più volte mostrato su Facebook il suo dolore, dimostrandosi vicino alla famiglia di Noemi. E oggi è anche andato al Santobono all'incontro fra i genitori della piccola e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Tu figlia di questa città", si legge in una lettera stampata e incollata su un cartoncino a forma di cuore. Parole semplici, semplicissime di un uomo della strada che però, per quanto ha patito e patisce, contano molto più di tante altre.