Omicidio Antonio Giglio, decisione rinviata su processo: tra le ipotesi anche chiusura del caso
Slitta la decisione sul processo per il presunto omicidio del piccolo Antonio Giglio, il bimbo precipitato dal settimo piano nel rione Parco Verde, un anno prima che precipitasse la piccola Fortuna Loffredo, nel 2013. L'udienza camerale è stata rinviata dal Gup per consentire anche a Raimondo Caputo, detenuto a Lecce, di partecipare alla discussione in aula. Presente, invece, la detenuta Marianna Fabozzi, oggi in carcere per complicità in abusi sessuali sulle figlie.
In questo caso Raimondo Caputo, già condannato all'ergastolo per l'omicidio della piccola Fortuna Loffredo, è indagato per favoreggiamento in omicidio, reato di cui è accusata la sua ex compagna, Marianna Fabozzi. Per entrambi, al termine delle indagini sulla morte del piccolo, il terzo dei quattro figli di Marianna Fabozzi, il Gip aveva disposto l'imputazione coatta per la morte del bimbo di tre anni. Parte lesa nell'eventuale procedimento è invece Gennaro Giglio, il papà del bimbo morto nel 2013, che oggi non era presente in aula. Per lui ha parlato il suo avvocato: "La morte del piccolo Antonio Giglio – dice Sergio Pisani, che segue il caso insieme al fratello Angelo – merita senza dubbio un doveroso approfondimento dibattimentale, Sono certo che il fatto che il Caputo abbia avuto l'ergastolo consentirà di ottenere dalla sorella Antonietta teste oculare della vicenda una versione definitiva scevra dai condizionamenti e dalle minacce subite in fase di indagini"
A far sentire la propria voce invece c'era Pietro Loffredo, il papà della piccola Chicca, che ha gridato a gran voce la sua convinzione che Raimondo Caputo sia innocente per l'assassinio. "Con gli anni e studiando il caso di mia figlia ho concluso che la mia bambina veniva abusata da altre persone di quel contesto, non da Caputo – ha detto a Fanpage, Loffredo, anche lui rappresentato dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani – e sono certo che non è stata lanciata dal tetto da lui. Perché sono qui oggi? Perché voglio essere ascoltato, Marianna non ha ucciso il figlio, è stato un incidente e lo hanno usato come precedente per accusare il compagno dell'omicidio di mia figlia. Le cose non stanno così, finché avrò vita mi batterò per dimostrare che sono altri e con altre motivazioni, gli assassini di mia figlia".
I fatti. Antonio Giglio, 3 anni, è caduto dalla finestra dell'abitazione della nonna Angela Angelino, il 28 aprile 2013, mentre in casa era presente Marianna Fabozzi e la cognata Antonietta Caputo, sorella di Raimondo, la quale dichiara che al contrario di quanto affermato da Marianna, lei non era in cucina, ma accanto alla finestra dalla quale è precipitato il bimbo. Contro Marianna anche le dichiarazioni dell'ex, Raimondo Caputo, che ha detto: "Mentre ero a casa mia a Santa Barbara venne mia sorella e mi disse che Marianna aveva fatto cadere il bambino dalla finestra". Sull'evento, tuttavia, non ci sono altri elementi a parte le testimonianze dirette e de relato di chi si trovava nel parco quella mattina.
L'omicidio del piccolo Antonio è entrato nel caso Loffredo sia come predente (due minori precipitati nello stesso isolato in poco meno di due anni), ma anche come elemento di ricatto nella coppia Caputo- Fabozzi. Secondo la ricostruzione processuale la donna avrebbe taciuto sugli abusi sessuali di Caputo a danno delle figliolette e sull'omicidio di Fortuna, perché lui mantenesse il segreto sulla morte di Antonio. "Lui non era neanche nel palazzo, quale segreto avrebbe dovuto tenere? Questo ricatto non sta in piedi", commenta ancora Pietro Loffredo, oggi allontanato dall'aula dalla Polizia Penitenziaria perché pretendeva di ‘essere ascoltato'.
La decisione di procedere o meno contro Marianna Fabozzi è ora nelle mani del Gup, che si è riservato di decidere tra due mesi. Due sono gli scenari possibili: la Procura, rappresentata dal pm, Carolina De Pasquale, potrebbe chiedere il non luogo a procedere, ipotesi non improbabile, che tuttavia non precluderebbe una futura riapertura. In caso contrario, invece, potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per Titò e la sua ex. L'ultima parola, in ogni caso, spetta al Gup.