Omicidio di camorra a San Giorgio a Cremano, la faida tra Mazzarella e Vollaro sullo sfondo
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La punizione per aver cercato di occupare degli spazi che durante la sua lunga detenzione erano stati appannaggio di qualcun altro, per avere tentato di inserirsi in equilibri criminali già vacillanti. È una delle ipotesi per l'omicidio di Raffaele Gallo, il 56enne ammazzato a colpi di pistola ieri mattina, 16 giugno, a San Giorgio a Cremano. Ma al momento le piste sono diverse; una di queste, debole ma non del tutto esclusa, parla di vendetta trasversale: la vittima era il fratello di un pentito di camorra. E, sullo sfondo, il conflitto tra il clan Mazzarella, a cui era legato il 56enne, e i rivali dei Vollaro.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli, agli ordini del dirigente Alfredo Fabbrocini, ieri si sono occupati dei rilievi sul luogo dell'omicidio e dei sopralluoghi nella zona; l'agguato è avvenuto in via Luca Giordano, strada stretta e a senso unico, poco distante da un supermercato. A quanto ricostruito la vittima era in scooter, i sicari gli hanno esploso contro almeno una decina di colpi calibro 9×19; potrebbero avere usato una pistola ma, vista la mole di fuoco, sembra più probabile che per l'omicidio sia invece stata utilizzata una mitraglietta. Gli agenti hanno acquisito i nastri di alcune telecamere di videosorveglianza puntate sulla strada e sui paraggi.
Gallo, scarcerato circa un anno e mezzo fa dopo 16 anni di reclusione, aveva precedenti per concorso in omicidio, porto abusivo di armi, rapina, ricettazione, furto, produzione e traffico di stupefacenti. Era il fratello di Giovanni Gallo, pentito di camorra che aveva accusato il boss mazzarelliano Vincenzo Troia di essere il mandante dell'agguato a Luigi Formicola, avvenuto nel gennaio 2011, quando i sicari colpirono anche il meccanico innocente Vincenzo Liguori, che era al lavoro nella sua officina; per quell'omicidio il boss è stato condannato in primo grado ma poi assolto.
Raffaele Gallo era inoltre ritenuto vicino al clan Mazzarella, che proprio tra San Giorgio e Portici è in contrasto col clan Vollaro; a questa seconda fazione era ritenuto legato Ciro D'Anna, ucciso in un agguato a Portici nel dicembre scorso. I due clan avrebbero trovato una sorta di accordo con una nuova spartizione del territorio, con equilibri così precari da non poter consentire nessuna variabile incontrollata.
"La criminalità organizzata è una piaga che le istituzioni combattono incessantemente su larga parte del territorio nazionale e che, stavolta, ha agito nella nostra città – ha commentato Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano – la camorra è un male da estirpare ed anche stavolta siamo pronti a fare la nostra parte: abbiamo immediatamente messo a disposizione della Polizia di Stato le immagini del nostro sistema di videosorveglianza. Abbiamo totale fiducia nell'operato dell'autorità giudiziaria e negli inquirenti che sapranno far luce su quanto accaduto, assicurando alla giustizia i responsabili del raid. Ogni altra parola sarebbe superflua e saprebbe di strumentalizzazione politica. Anche stavolta, la nostra comunità si mostrerà unita contro un nemico più grande".