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Parla il killer di Secondigliano: “Chiedo perdono. Mio fratello mi aveva minacciato”

Strage di Secondigliano: le parole di Giulio Murolo attraverso l’avvocato: “Non volevo fare una strage”. E poi spiega la sua versione: “Ho agito dopo essere stato minacciato da mio fratello con un coltello”.
A cura di Redazione Napoli
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Chiede perdono attraverso il suo avvocato, Giulio Murolo, l'infermiere killer in carcere per aver compiuto una strage venerdì pomeriggio a Secondigliano: 4 morti e 6 feriti, uno dei quali in gravi condizioni. "Sono pentito – dice Murolo – chiedo perdono a tutti. Chiedo perdono a mia madre, ai miei nipoti, i figli del fratello che ho ucciso, ma anche a tutte le persone estranee alla mia famiglia che ho trascinato in questa tragedia". Le parole sono state riferite all'avvocato Carlo Bianco ieri durante l'interrogatorio in carcere da parte del pubblico ministero Roberta Simeone. Murolo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande.

La causa della strage? I litigi col fratello Luigi Murolo

Luigi Murolo ha raccontato la sua storia. Ed è quella dsi rapporti conflittuali col fratello e vicino di casa, ucciso insieme alla moglie Concetta Uliano. Il killer con l'amore per le armi – in casa gli hanno trovato un arsenale – ha detto che era stato costretto "a subire da una vita" ed ha sostenuto anche di essere stato aggredito con un coltello dal fratello Luigi. Proprio Luigi Murolo e la moglie, Concetta Uliano, sono state le prime due vittime della strage di venerdì, durante la quale sono stati uccisi anche l'ufficiale della polizia municipale Francesco Bruner e il cuoco Luigi Cantone. Il pluriomicida accusato di strage lunedì mattina al gip per l' interrogatorio di garanzia dopo l'arresto in flagranza di reato venerdì scorso. L'avvocato annuncia: "Il mio assistito è una persona insicura e intimorita, chiederò una perizia psichiatrica".

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