Piazza Trieste e Trento, dopo la festa sfondata la cancellata della fontana del Carciofo
Sfondata la cancellata della fontana del Carciofo di piazza Trieste e Trento, dove ieri sera i tifosi del Napoli hanno fatto festa con salti, balli e canti, per celebrare la vittoria della Coppa Italia contro la rivale storica della Juventus. Stamattina, l'amara scoperta. “La fontana è stata purtroppo vandalizzata – spiega Francesco De Giovanni, presidente della I Municipalità di Chiaia, Posillipo, San Ferdinando – Siamo i primi ad esultare per il trionfo del Napoli. Purtroppo proviamo solo vergogna però per questo tipo di comportamento. La fontana del Carciofo era stata da poco restaurata. Solo qualche mese fa avevamo anche riattivato l'acqua. Dispiace che l'esultanza di alcuni tifosi abbia prodotto questi danni, che adesso dovremo quantificare”.
Fontana vandalizzata dopo la festa, è polemica
"Dispiace davvero tanto – aggiunge il presidente Francesco De Giovanni – che una bella festa, per una vittoria meritatissima, sia stata macchiata da atti di vandalismo. Ovviamente non va fatta di tutta l'erba un fascio. C'erano anche tante famiglie in giro a festeggiare, peraltro con le mascherine. Spero che i vandali vengano identificati e paghino i danni. Sono certo che il tifo sano sappia prendere le distanze". Sulla vicenda interviene anche la consigliera della II Municipalità Rosanna Laudanno, che ha pubblicato la foto della fontana vandalizzata sulla pagina social del Comitato "Quelli di Salvator Rosa". “Non voglio fare la guastafeste – commenta – ma chi canta “Difendo la città” e poi scassa la fontana storica a Piazza Triste e Trento per me difende solo la sua egoistica visione di una città dove è meglio scassare che difendere i beni comuni. Contenta per la Coppa Italia, meno contenta per l’inciviltà che regna sovrana e distrugge ogni pietra che questa città si è conquistata di bellezza, storia e cultura. E bisogna sempre fare finta di niente? E perché? Evidenziamole cose, facciamole uscire fuori. Non perché sia “cattivo”, ma perché una collettività stia bene è necessario il rispetto di tutti e tutte”.