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Pizzo di Natale, anche le bancarelle pagano il “regalo ai carcerati” ai clan

Si indaga nel mondo del racket per fare luce sul ferimento di un commerciante nigeriano, gambizzato l’8 dicembre scorso in via Venezia, al Vasto. Intervistato da Fanpage.it, l’uomo ha raccontato di essersi opposto al racket. Il periodo, quello dei giorni prenatalizi, rappresenta una delle “scadenze fisse” dei clan.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Devono pagare tutti. Magari poco, ma tutti. Dai negozianti ai commercianti ambulanti, fino all'ultima bancarella abusiva che deve scomparire di corsa al passaggio delle forze dell'ordine. È la raccolta capillare della camorra, che non risparmia nessuno e che viene a battere cassa poco prima di Natale. Prezzo della tranquillità, o, come si dice di recente, regalo per i detenuti e per le loro famiglie. In questo contesto si stanno districando le forze dell'ordine per fare luce sul ferimento del commerciante nigeriano di 53 anni, gambizzato il 9 dicembre scorso, intorno a mezzogiorno, in via Venezia, nel quartiere Vasto, a pochi passi dalla Stazione Centrale di Napoli e dal negozio etnico che l'uomo gestisce.

La vittima risulta avere dei vecchi precedenti per droga, circostanza che aveva portato inizialmente a ritenere plausibile la pista dei contrasti per lo spaccio, ma col passare delle ore i contorni dell'agguato si sono meglio delineati: l'uomo non risulta inquadrato in nessun gruppo criminale, anzi, regolare sul suolo italiano, è un commerciante. E, ha raccontato a Fanpage.it, quella contro di lui sarebbe stata una ritorsione: si era rifiutato di pagare il pizzo.

Così come era successo nel gennaio 2017, quando i sicari del clan aprirono il fuoco in via Annunziata, nella zona della Maddalena, contro alcuni migranti: ne ferirono tre e colpirono per sbaglio una bambina napoletana di 10 anni. Per quel raid, dopo le indagini della Squadra Mobile, finirono in carcere dei pregiudicati legati al clan Mazzarella: l'accusa era di aver sparato per punire chi si era opposto al racket.

Con quell'incursione il clan cercava di prendere il posto dei Sibillo, il cui reggente era stato arrestato, sempre dalla Mobile napoletana, nel novembre 2016, mentre, insieme ad altri due giovani, estorceva denaro ai venditori ambulanti tra la Maddalena e piazza Macini.

Il pizzo della camorra nei giorni di Natale

Una "offerta" a Natale, un'altra a Pasqua e una a Ferragosto. Tre date precise in cui gli esattori del clan si presentano puntualmente. Scadenze che sono emerse durante le indagini delle forze dell'ordine, che smantellando le organizzazioni criminali spesso si sono trovate tra le mani dei veri e propri "piani di lavoro" con nomi e indirizzi degli imprenditori e dei commercianti da taglieggiare.

Nel caso del centro di Napoli, anche i commercianti ambulanti erano finiti nel calderone delle vittime a cui imporre il racket, tra commercianti di negozi etnici e bancarelle, pure quelle abusive: ognuno doveva versare la propria quota al clan, a quello che, di volta in volta, riusciva a imporsi sugli altri gruppi criminali. O, in caso di contrasti in corso, anche a più di una cosca.

Commerciante gambizzato al Vasto

La sparatoria risale al mezzogiorno dell'8 dicembre scorso. Giacob, 53 anni, si trovava in via Venezia, vicino al suo negozio etnico, quando è partito il raid: gli si sono avvicinati su uno scooter e hanno aperto il fuoco, incuranti della presenza di parecchia gente nelle vicinanze. L'uomo si è accasciato al suolo, colpito alle gambe, mentre i due killer si sono dileguati in pochi attimi. Trasportato in ospedale, il 53enne è stato dichiarato fuori pericolo di vita. Le indagini sono affidate alla Polizia di Stato.

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