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Portici, agguato di camorra due giorni prima di Natale, i sacerdoti: “È un anti-presepe”

I parroci di Portici hanno lanciato un appello alla comunità in seguito all’omicidio di Ciro D’Anna, 38 anni, ucciso ieri, 23 dicembre, in una tabaccheria di via Università. Un agguato due giorni prima di Natale, che ha sconvolto il comune alle porte di Napoli. I sacerdoti hanno annunciato un incontro di riflessione nella chiesa di Sant’Antonio la sera del 27 dicembre.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Dopo l'agguato di ieri mattina a Portici, a due giorni dal Natale, i sacerdoti delle chiese del comune alle porte di Napoli hanno lanciato un appello alla comunità. Venerdì 27 dicembre, alle ore 19.30, ci sarà un momento di riflessione comune nella chiesa di Sant'Antonio in via Università. L'agguato in strada, all'interno di una tabaccheria, in cui è morto il 38enne Ciro D'Anna, è "una immagine che sconvolge il presepe che richiama armonia e gioia, un anti-presepe in atto". "L'omicidio, – sottolineano i sacerdoti di Portici – non è mai una cosa giusta. Quali che siano le colpe dell'ucciso".

L'omicidio, avvenuto nella mattinata del 23 dicembre in via Università, si inquadrerebbe in uno scontro tra i Mazzarella e i Vollaro; la vittima sarebbe vicina proprio a quest'ultimo clan, invischiata nel traffico di stupefacenti. "Sembra che sia la droga a comandare ancora di più, oggi nella nostra città e ad avere la meglio – si legge nell'appello – a causa di una domanda incalzante da parte di tantissimi acquirenti giovani e adulti, il mercato di essa è diventato ancora più florido". E, in questo contesto, sembrano inutili i "diversi tentativi di Comunità parrocchiali e di alcune associazioni e insegnanti a favore dei giovanissimi. Tanti ragazzi appaiono già persi e incamminati sulla via del farsi male e del fare il male".

Per i sacerdoti "occorre risvegliarsi come famiglie e aprirsi già nei propri condomini per estirpare le radici dell'indifferenza e dell'isolamento. Il Natale del Signore è una opportunità di vita e di speranza per intraprendere nuove strade, per tornare ad essere umani". "C'è una linea di bene – continuano nell'appello – che continua e che non bisogna estinguere. Il contagio è necessario. Mai fermarsi. Occorre un sussulto degli animi". Da qui, l'invito a "scoprire l'importanza di essere cittadini", "di abitare dignitosamente la città collaborando con le istituzioni" e di "adoperarsi con azioni efficaci di volontariato".

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