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Studentessa suicida a Fisciano, la lettera: ‘Prof e genitori, chiedeteci come stiamo’

Commovente lettera di una studentessa per la ragazza morta suicida all’Università di Fisciano, a Salerno, lo scorso 24 gennaio: a Facebook, la ragazza ha affidato un lungo sfogo. “Fateci un favore, chiedeteci come stiamo, stiamoci vicini, prendiamoci cura gli uni degli altri” scrive la ragazza.
A cura di Valerio Papadia
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La morte di una studentessa di 29 anni, che ha deciso di farla finita gettandosi dal parcheggio multipiano dell'Università di Fisciano, il campus di Salerno, lo scorso 24 gennaio, ha sconvolto la comunità. E allora ecco che su Facebook un'altra studentessa, che studia anche lei Medicina, come la vittima, ha scritto una commovente lettera per spiegare cosa provano gli studenti mentre cercando di barcamenarsi tra la carriera accademica e la vita di tutti i giorni.

Io non so perché una ragazza di 29 anni che un tempo studiava medicina ha deciso di togliersi la vita, ma so che all'Università devi incontrare opportunità, colori nuovi, devi incontrare conoscenze, persone, progetti, idee, devi incontrare gli amici, devi incontrare l'amore della tua vita, non devi incontrare la morte. E se la incontri, se la scegli qualcosa non ha funzionato. E allora cosa non ha funzionato? Non funziona che ci insegnano che valiamo quanto i nostri meriti, non funziona che non parliamo di Salute Mentale, che di servizi efficaci e concreti che ci supportino in questo percorso a ostacoli in cui spesso i professori dimenticano di essere stati Studenti e si organizzano nel modo migliore per metterti in difficoltà non ce ne sono, non funziona che l'imprecisione è un tabù, che lo devi dire a bassa voce che sei fuori corso, che su di noi scommettono tutti, genitori, fratelli, parenti, amici, scommettono sul ‘tanto tu sei bravo', e come glielo dici che a volte non sei bravo, a volte lo sei ma non basta, che è tutta una giostra che gira in modo strano, funziona che la sera se andiamo a bere una birra finiamo a parlare di Università, che ai calendari abbiamo tolto le feste, che speriamo sia sempre di 31 giorni il mese, che l'università diventa tutto, che nonni alla fine li chiamo domani, e a fare la spesa ci vado nel fine settimana e quel libro sulla scrivania fa niente, lo inizio la prossima volta

La ragazza continua poi la sua lettera, che è insieme commovente, ma anche un duro sfogo riguardo la condizione degli studenti universitari in Italia, troppo spesso gravati dalla pressione circa il loro percorso di studi, dando un consiglio a tutti, anche agli altri studenti:

Queste settimane per noi studenti Universitari sono settimane di studio, siamo in sessione, fateci un favore, chiedeteci come stiamo, se vogliamo prendere un caffè, chiedeteci di andare a vedere un film al cinema, se prepariamo un dolce insieme, non chiedeteci quand'è l'esame, se siamo preparati, quand'è il prossimo, se vogliamo ve lo raccontiamo noi, e noi studenti, diciamoci cose belle, prendiamoci cura gli uni degli altri, stiamoci vicini, in sessione ne abbiamo tutti un po' bisogno. E poi non guardiamo le montagne che scalano gli altri, guardiamo la nostra, non facciamoci guardare con sufficienza e non guardiamo nessuno con sufficienza

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Sono giornalista dal 2010. A Fanpage.it dall'agosto del 2016, scrivo per l'area Napoli, per la quale mi occupo del desk.
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