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Salvatore Barbaro fu vittima innocente di camorra, i familiari potranno essere risarciti

Il tribunale civile di Napoli ha riconosciuto il diritto di Giovanna Scudo a ottenere l’indennizzo previsto dallo Stato per le vittime innocenti di mafia; la donna è la madre di Salvatore Barbaro, ucciso dalla camorra in un agguato nel 2009 per uno scambio di persona. Lo status era stato rifiutato due volte dal ministero dell’Interno.
A cura di Nico Falco
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Salvatore Barbaro, giovane cantante neomelodico di Ercolano (Napoli) ucciso in un agguato il 13 novembre 2009 ad Ercolano (Napoli), non fu ammazzato perché invischiato nel malaffare ma per un tragico scambio di persona: la sua automobile era uguale a quella dell'obiettivo dei sicari di camorra. Malgrado la circostanza fosse emersa nelle indagini e riconosciuta anche con una sentenza del tribunale penale di Napoli, il Ministero non aveva mai riconosciuto lo status di vittima innocente della mafia, bloccando i benefici previsti per i familiari. Ora il tribunale civile ha capovolto la situazione, dando il parere positivo.

Barbaro quel giorno si trovava in via Mare, ad Ercolano. Lo uccisero con 11 colpi di arma da fuoco. Noto nell'ambiente dei neomelodici col nome di "Salvio", non era stato mai accostato al mondo della criminalità organizzata; le indagini fecero chiarezza su quell'agguato: il ragazzo era l'ennesima vittima di uno scambio di persona, ucciso dai killer del clan per sbaglio.

L'errore fu riconosciuto già nel 2016, quattro anni fa, quando furono condannate 5 persone per l'omicidio. Ma il ministero dell'Interno non aveva riconosciuto lo status di vittima innocente della criminalità organizzata, che avrebbe dato diritto ai familiari di Salvatore di una somma in denaro fino a 150mila euro, come prevede la normativa (leggi 302/1990 e 407/1998): la richiesta presentata da Giovanna Scudo, madre di Salvatore, era stata bloccata due volte con la motivazione che la donna non fosse totalmente estranea ad ambienti delinquenziali, in quanto dei suoi lontani parenti sono pregiudicati.

Dopo la seconda bocciatura la donna si era rivolta al tribunale civile di Napoli, assistita dall'avvocato Giovanni Zara: per il giudice lei è estranea a qualsiasi ambiente criminale e il fatto che alcuni suoi parenti avessero dei precedenti penali non è rilevante perché i reati di cui si sono macchiati non rientrano tra quelli che per legge precludono il diritto all'elargizione del denaro. Di conseguenza, secondo il tribunale Giovanna Scudo ha pieno diritto di godere dell'indennizzo per le vittime innocenti di mafia.

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