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San Cipriano, picchiano la barista per non pagare le birre, condannati i nipoti del boss

Il tribunale di Napoli Nord ha condannato, con pena sospesa e mantenendo gli arresti domiciliari, i gemelli Alessio e Vincenzo De Falco, nipoti del boss dei Casalesi Enzo De Falco, ucciso in un agguato nel 1991. Ad agosto scorso avevano aggredito una barista per non pagare le birre che avevano consumato in un bar di San Cipriano d’Aversa (Caserta).
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Sono stati condannati, con pena sospesa ma con gli arresti domiciliari, i gemelli Alessio e Vincenzo di Falco, 18 anni, nipoti di Vincenzo De Falco "il fuggiasco", il boss dei Casalesi ucciso in un agguato nel 1991. I due fratelli avevano aggredito una barista a San Cipriano d'Aversa, in provincia di Caserta, provocandole ferite al volto e al torace: la donna aveva osato portare loro il conto per le birre consumate nel locale, a evitarle conseguenze peggiori era stato un altro cliente che aveva saldato il conto.

I due sono stati processati con rito abbreviato, al termine il giudice del tribunale di Napoli Nord ha inflitto la condanna di 2 anni e 2 mesi ad Alessio e di un anno e 9 mesi a Vincenzo; per entrambi è stata disposta la sospensione della pena col mantenimento degli arresti domiciliari; il pm aveva chiesto per i gemelli una condanna di 3 anni e 9 mesi di carcere.

L'episodio risale allo scorso 18 agosto, era avvenuto nel Gran Caffè Vesuvio di San Cipriano d'Aversa. I due fratelli, dopo aver bevuto delle birre, avevano detto di non avere nessuna intenzione di pagare. Malgrado ciò la barista, una donna di origine romena, aveva portato lo stesso il conto al tavolo, scatenando la ritorsione: era stata afferrata per i capelli e le avevano sbattuto la testa sul bancone.

Per evitare che l'aggressione proseguisse era intervenuto un altro cliente, un uomo di origine tunisina, che aveva pagato il conto al posto dei due diciottenni. Ricoverata in ospedale, la barista era stata dimessa con prognosi di sei giorni. Circa un mese dopo i gemelli, identificati grazie a telecamere e testimonianze, erano stati arrestati e sottoposti ai domiciliari per tentata estorsione e lesioni.

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