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San Paolo, De Laurentiis firma la convenzione: polemica sulla pista d’atletica

È stata siglata la convenzione tra il Comune di Napoli e il Calcio Napoli per l’utilizzo dello stadio San Paolo. La firma oggi, 17 ottobre, a Palazzo San Giacomo. De Laurentiis ha confermato l’idea di realizzare un museo del Napoli e, riguardo l’acquisto dello stadio, si è detto disponibile soltanto in caso di offerta simbolica. Polemiche sulla pista di atletica di recente rifacimento.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il Napoli finalmente ha la sua casa con un contratto di affitto duraturo. Arriva oggi, 17 ottobre, a distanza di tre mesi dall’approvazione in consiglio comunale, la firma della convenzione per la concessione dello stadio San Paolo per i prossimi cinque anni, rinnovabile di altri cinque. Il presidente Aurelio De Laurentiis è arrivato questa mattina in Comune, accompagnato dal figlio Edo, per il faccia a faccia con il sindaco Luigi de Magistris a Palazzo San Giacomo. Attorno alle 13, la firma dell’accordo, alla presenza, tra gli altri, dell'assessore allo Sport Ciro Borriello, del direttore generale e capo di gabinetto Attilio Auricchio, del segretario generale del Comune e dei legali delle parti. Per il consiglio comunale, presente il presidente della commissione Sport Carmine Sgambati. Si chiude così un lungo braccio di ferro con una convenzione duratura. Da tre anni, infatti, si era in assenza di un accordo sottoscritto tra le parti e lo stadio veniva affittato dal Napoli a partita. La nuova convenzione va a coprire anche l'ultima stagione agonistica 2018-2019, mentre per i primi due anni la partita di dare-avere si è chiusa con una transazione. Ma alla firma della nuova convenzione non sono mancate le polemiche.

De Laurentiis: la pista di atletica? Un guaio, buttati 4,5 milioni

Il patron azzurro, prima di entrare in Municipio, si è scagliato contro la pista di atletica al San Paolo, recentemente rimessa a nuovo per le Universiadi. “È stata un guaio voluto populisticamente dal Comune – attacca Aurelio De Laurentiis – Ma che dobbiamo fare? Oltre 4,5 milioni di euro gestiti male e buttati via, non ottimizzando gli investimenti. Siamo un Paese che spende male e raccoglie peggio. Si poteva fare altrove. Lo stadio di calcio è del tutto diverso, lo insegnano gli stadi in giro per il mondo. Ora, però, pensiamo a spostarla”.
Tra le ipotesi, infatti, c'è quella che la pista possa essere costruita altrove. In questo caso quella del San Paolo potrebbe essere rimossa o ricoperta per allargare, magari, lo spazio di tribune e distinti. “Lavori Strutturali -commenta Auricchio- che richiedono un progetto e al momento resta una fantasia”. Ma il city manager non esclude, comunque, del tutto l’ipotesi.

Il progetto del Museo del Napoli: "Lo faremo"

Tra gli altri progetti in cantiere c’è, poi, quello del museo del Napoli all’interno del San Paolo. “Il museo del Napoli lo faremo. L’idea – dice De Laurentiis –alberga in me dal 2004. Era la prima cosa che volevo fare. Ho cercato lo spazio con il cardinale Sepe in chiesa, poi ho deciso per lo stadio dove hanno giocato Maradona, Cavani, Hansik, Higuain e Mertens. Nel museo ci possono stare tante altre cose, perché Napoli può raccontare anche la storia della cultura locale che si può mettere in scena con mille rappresentazioni, non solo la maglia di 70 anni fa, ma avere la capacità creativa di raccontare la città”.

Il braccio di ferro sulla firma della convenzione

Il presidente azzurro, poi, ripercorre i retroscena che hanno portato ad allungare i tempi per la firma della convenzione per lo stadio. "Anni fa – racconta De Laurentiis – feci una convenzione con l'ex sindaco Iervolino pagando per dieci anni per usare lo stadio. Poi mi fermai ed è iniziato un amichevole braccio di ferro che oggi si chiude. Ci eravamo fermati perché avevo anticipato dei soldi per i tornelli che non mi venivano restituiti. Purtroppo questo Paese è messo a terra dalla burocrazia. Anche la ristrutturazione dell'impianto, se non fosse stato per la Regione, non si sarebbe fatta. Lo stadio – conclude – è della città. Quando ce lo vorranno vendere a un euro simbolico, ce ne faremo carico. Il problema è che da quel momento dovremmo combattere con i Soprintendenti che ci direbbero questo non si può fare, quest'altro neanche. Ci farebbero passare la voglia di stare a Napoli e ci andremo a cercare forse una squadra in Inghilterra, lasciando il Napoli a qualcuno che ha voglia di confrontarsi con loro”.

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