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Sfiduciato il sindaco, a Casavatore ritorna il commissario prefettizio

Dopo lo scioglimento del 2017 per infiltrazioni camorristiche, un blitz di fine anno davanti al notaio, da parte di nove consiglieri dimissionari, ha posto fine ieri mattina all’amministrazione di Luigi Maglione in carica dallo scorso giugno. Nominato già stamattina il commissario prefettizio che guiderà l’ente fino alle prossime elezioni in primavera. “Pensano di aver salvato Casavatore affidandolo di nuovo ad un commissario prefettizio, annullando tutto ciò che di buono stavamo costruendo” lo sfogo amaro del primo cittadino. Dura l’opposizione: “Tra salti in maggioranza e rimpasti, ci siamo ritrovati un’amministrazione che non rispecchiava per niente la volontà espressa dai cittadini”.
A cura di Claudia Procentese
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A soli sei mesi dall’inizio del mandato, il sindaco Luigi Maglione, in carica dal 9 giugno, viene sfiduciato e a Casavatore ritorna il commissario. Il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, dopo le dimissioni di ieri mattina di nove consiglieri su sedici, ha avviato la procedura di scioglimento del consiglio comunale e nominato commissario prefettizio il vice prefetto Anna Nigro che guiderà l’ente di piazza di Nocera fino alle prossime elezioni nella prossima primavera. È la seconda sfiducia per Maglione che già nel 2000 dovette terminare prima del tempo la sua esperienza politica ed è il secondo commissariamento per Casavatore nel giro di due anni, dopo quello per infiltrazioni camorristiche. Crescenzo Buono, Antonia Corcione, Luca Galiero, Antonio Mangia, Fabio Machiella, Maria Marino, Giovanni Moronese, Francesco Napolitano e Nadia Silva sono i nove (la metà più uno) consiglieri dimissionari che spediscono a casa il primo cittadino. Ultimo atto di una travagliata vicenda istituzionale che negli ultimi anni ha visto il Comune dell’area a nord di Napoli al centro di polemiche e scandali.

Nel gennaio 2017 il consiglio comunale guidato da Lorenza Orefice viene sciolto per infiltrazioni camorristiche e iniziano i difficili anni del commissariamento. Esplosiva è la campagna elettorale della primavera 2019 con gli insulti e le denunce tra le due coalizioni (di Maglione e del suo avversario Pasquale Sollo, ex sindaco e senatore) andate al ballottaggio, seguono le accuse e le ingiurie in diretta Facebook durante i festeggiamenti del dopo voto, successivamente archiviate come euforica goliardata del momento ma che valicano i confini italiani e diventano i video più cliccati in Germania, botta e risposta, querele e scuse. E ancora i sei mesi di neo-governo, di continui cambi della guardia, di revoca assessori, di maggioranze allargate con l’appoggio dell’opposizione e con l’entrata in giunta di Sollo, di fratture interne alla maggioranza con il partito di Direzione Italia, di lamentele per gli “inciuci” sottobanco tra maggioranza e opposizione e per il tradimento del mandato elettorale, di delusioni, di speranze, di fallimenti. Non si è trovata la quadra, adesso tutti a casa.

Maglione ha affidato il suo lungo sfogo ai social. Parla di “consiglieri comunali della peggiore specie” e di “una pugnalata alle spalle”. «Gongolano gli avversari sulla mia amarezza – scrive su Facebook prima del brindisi augurale previsto oggi per salutare i dipendenti comunali – certamente non dovuta al dover lasciare l’incarico. Pensano di aver salvato Casavatore affidandolo di nuovo ad un commissario prefettizio, annullando tutto ciò che di buono stavamo costruendo, compresa l’idea di non dover subire ricatti. C’è chi ti pugnala alle spalle a tua insaputa quando meno te l’aspetti, mostrando così la propria rabbia ed i rancori repressi. C’è chi fa giustamente il suo ruolo politico di opposizione. Anche se, tra questi, c’è pure chi non ha mai votato una delibera in consiglio comunale a favore, nonostante si trattasse di cause giustissime come il mutuo per ristrutturare il campo sportivo. Il tutto per non mischiare il suo voto con quelli della maggioranza, salvo poi firmare per la caduta del sindaco insieme a consiglieri comunali della peggiore specie. C’è chi di politica e di amministrazione non ne capisce niente e che, come i bambolotti e le bamboline sempre sorridenti, si lasciano guidare dai fili dei burattinai di turno, senza mai nemmeno provare ad usare la propria testa. Serenamente lascio il mio ruolo di sindaco, sicuro di aver fatto il massimo che si potesse chiedere ad un sindaco in appena sei mesi e dopo uno scioglimento per infiltrazione camorrista».

L’opposizione non fa sconti. «Molti mi chiedono come mai nove consiglieri abbiano deciso di sfiduciare il sindaco – spiega e ribatte il consigliere pentastellato Luca Galiero -. Ognuno di noi ha la sua motivazione, più o meno condivisibile: c’è chi non ha apprezzato i salti in maggioranza ed il rimpasto, e chi probabilmente sperava in qualcosa di diverso, e si è ritrovato a digerire scelte non condivise. In opposizione eravamo rimasti in quattro. Abbiamo parlato sempre e solo di temi e di programmi, abbiamo presentato la richiesta e l’esigenza di strutturare il prima possibile il PUC, abbiamo richiesto lo studio e la redazione di un valido piano commerciale per lo sviluppo ed il supporto alle attività sul territorio, abbiamo presentato la richiesta per la realizzazione di una piattaforma web che consentisse una vera partecipazione popolare alla vita politica del territorio, abbiamo proposto al sindaco di attivarsi per l’installazione di apposite macchine mangia plastica, è stato richiesto da noi l’azzeramento reale della giunta e la successiva nomina di tecnici preparati per svolgere il ruolo di assessori, abbiamo protocollato svariate richieste per il territorio tra cui, quella per noi più importante, ma sminuita perché non ritenuta una priorità, dell’approvazione di un piano antenne con circa 300 firme allegate, raccolte in soli due giorni. Di tutta risposta, ci siamo ritrovati un pietoso rimpasto generale, una maggioranza composta da membri dell’opposizione e un’opposizione assortita da transfughi avvelenati di una maggioranza sempre più sbilenca. Insomma, ci siamo ritrovati un’amministrazione che non rispecchiava per niente la volontà espressa dai cittadini. Non esprimiamo un giudizio sulle indubitabili qualità morali ed umane dell’ormai ex sindaco, persona perbene e professionalmente preparata, ma dobbiamo fortemente dissentire dalle incomprensibili scelte che lui stesso ha fatto prima e dopo le elezioni, e che lo hanno messo nelle condizioni di non riuscire a governare in maniera serena, nonostante i patetici ed imbarazzanti tentavi di rimediare». Ora lo scioglimento anticipato eviterà il commissariamento lungo e permetterà di indire nuove elezioni tra qualche mese.

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