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Vincenzo D'Andrea dopo 6 anni di fidanzamento voleva coronare il suo sogno d'amore e sposare il suo compagno Heriberto Vasquez Ciro detto Beto. Il giovane vive a Roma ma è originario di Napoli e per avvicinarsi ai suoi parenti aveva scelto la suggestiva cornice del Chiostro di San Francesco a Sorrento per convolare a nozze con il suo amato.
"Nel Chiostro di San Francesco non si svolgono cerimonie riguardanti unioni civili" si legge nella mail che gli è stata inviata come risposta. Un messaggio breve e lapidario che ha infranto tutte le speranze della coppia. "Mi è crollato il mondo addosso – ci racconta il giovane – ma ho voluto aspettare prima di protestare e rendere il caso mediatico, per avere la certezza al 100% di essere nel giusto". Il chiostro è attiguo a un monastero francescano e perciò un matrimonio gay deve aver provocato non pochi malumori, ma tale vicinanza legalmente non può vietare ai due di sposarsi, essendo il chiostro di proprietà comunale.
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Il Sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo ha confermato a Arcigay Napoli, giunta in soccorso della coppia, il suo secco ‘no' a far celebrare il loro matrimonio, senza nascondere la sua contrarietà alle unioni civili. "Non è d'accordo con la legge Cirinnà, l'ha detto chiaramente – continua con rabbia Vincenzo – ed è per questo che ho deciso di denunciare quanto era successo. In quel chiostro si celebrano tantissimi matrimoni civili etero ogni anno. Quella del comune di Sorrento è stata una vera discriminazione".
La battaglia della coppia non si arresterà ma i due hanno comunque scelto di rinunciare al matrimonio a Sorrento e unirsi civilmente il 25 luglio a Villa Fondi, nel vicino comune di Piano di Sorrento, che ha accolto subito la loro richiesta. "Non è giusto che io abbia dovuto rinunciare alla location dei miei sogni solo per una pura discriminazione. La legge Cirinnà c'è e deve essere rispettata. Abbiamo deciso di alzare la voce per permettere ad altre coppie di potersi sposare dove vogliono, come qualsiasi coppia etero".
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