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Stupro a Marechiaro, il capobranco chiede perdono: “Scusa, ti ho trattata come un oggetto”

In una lettera indirizzata alla vittima, una ragazzina di 16 anni stuprata la scorsa estate sullo scoglione di Marechiaro, uno dei tre minorenni arrestati per la violenza sessuale ha chiesto perdono: “Ti ho trattata come un oggetto. Chiedo scusa a te e alla tua famiglia”.
A cura di Valerio Papadia
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Ha chiesto perdono uno dei tre minorenni – rei confessi – arrestati per lo stupro di una 16enne, avvenuto la scorsa estate sullo scoglione di Marechiaro, a Posillipo, quartiere della Napoli bene. In una lunga lettera indirizzata proprio alla vittima il ragazzo, considerato il capobranco, ha voluto esprimere il suo dolore e il suo pentimento per l'ignobile gesto compiuto. Per ora per i tre, che come detto hanno confessato il reato, si sono aperte le porte di una comunità di recupero. La lettera che lo stupratore ha scritto alla sua vittima è stata pubblicata dal Mattino. Nella missiva, il ragazzo dichiara di essersi reso veramente conto dell'atrocità commessa soltanto dopo aver rivisto la 16enne in tribunale. "Solo dopo averti rivisto in Tribunale e aver sentito quello che hai vissuto – si legge nella lettera – mi sono reso conto dell'orribile gesto che ho commesso. Non lo dimenticherò mai, ti ho trattata come un oggetto senza pensare alle conseguenze".

"L'errore commesso non lo posso cancellare – continua – ma sono disposto a fare tutto il possibile per rimediare. Io non sono uno stupratore e non sono un ragazzo violento. Ti scrivo questa lettera senza pretesa di avere ora il tuo perdono, ma sperando di potermelo guadagnare con il tempo con l'aiuto delle persone che sono qui accanto a me nella comunità di recupero. Spero che l'ammissione della mia responsabilità serva anche ad evitare che su Facebook ti attacchino perché è colpa mia se la gente ha pensato male di te. Anche io ho una sorella e una madre – conclude – chiedo scusa anche alla tua famiglia, anche se so che non mi perdoneranno mai. Ti auguro il meglio".

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