Un anno fa De Magistris istituiva il Comitato d’inchiesta anti-camorra: cosa ha prodotto?
Il 22 febbraio sarà un anno esatto dall'istituzione – con apposito decreto firmato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, di un tavolo dal nome pomposo quanto carico d'aspettative: "Comitato di inchiesta per conoscere e proporre strategie di contrasto e prevenzione dei fenomeni di illegalità, corruzione e criminalità della città di Napoli". A farne parte, i giornalisti Gigi Di Fiore e Sandro Ruotolo, lo sceneggiatore e scrittore Maurizio Braucci, lo storico Marcello Ravveduto, Susy Cimminiello, la sorella del tatuatore Gianluca, ucciso per essersi opposto ai clan e il docente Pino Ferraro. Probabilmente le teste pensanti nominate dal sindaco per ragionare sui fatti di malavita in città hanno lavorato in rigoroso silenzio, non spezzato nemmeno dai numerosissimi fatti di cronaca che hanno portato tristemente alla ribalta Napoli in questi mesi.
Non una parola sulle baby gang che ieri hanno portato a Napoli il ministro degli Interni Marco Minniti, non una su Gomorra (mentre il sindaco accusava la serie tv di Roberto Saviano di incrementare il numero di ‘stese' in città). Qualche mese fa ci eravamo interrogati su quale fosse il lavoro svolto dal comitato di giornalisti, professori e attivisti in prima linea per la legalità: nessuna risposta. Che ruolo ha? Cosa ha prodotto? Il Comune è tenuto ad informare la cittadinanza di quanto prodotto dagli organismi consiliari e da quelli consultivi.
Vogliamo sperare che almeno in occasione del primo ‘compleanno' questo tavolo di esperti rompa il silenzio. E ci illumini.