"Sta passando novembre e hai vent'anni per sempre" dice la canzone di Eros Ramazzotti che fa da tappeto musicale ad una carrellata tra foto e video amatoriali girati col cellulare. Un tributo d'amore a una persona che non c'è più, come ce ne sono migliaia su Youtube. Solo che la persona cui è dedicata la canzone è Emanuele Sibillo, già boss della cosiddetta ‘paranza dei bimbi' di Forcella, ucciso il 2 luglio 2015, da latitante, in via Oronzio Costa, nel corso della sanguinosa guerra per il controllo del centro storico di Napoli tra Sibillo e Buonerba.
Una guerra che ha visto lui cadere poco più che ventenne e il fratello Lino Sibillo finire in manette agli inizi di novembre dello stesso anno. Il video con il pezzo del cantautore romano a fare da tappeto musicale contiene una carrellata di fotografie della vittima inframezzati da altri filmati, alcuni con la compagna. Momenti di vita, fotografie conviviali, familiari, situazioni anche molto tenere, come quella in cui la giovane chiede, dolcemente insistente, la dichiarazione d'amore a Manu, che risponde "Ti amo tanto".
Di ‘Manuele' Sibillo si è detto molto: il giovane durante il suo soggiorno nel carcere minorile di Nisida, a detta dell'educatrice Serena Capozzi della cooperativa Quadrifoglio, si era mostrato particolarmente propenso ad attività, sintomo di solito della voglia di cambiare vita: aveva anche partecipato ad un piccolo progetto di giornalismo nella struttura detentiva. Poi, invece, l'uscita da Nisida è significata ripiombare di nuovo nelle fila della criminalità, come in un tragico copione già scritto e non modificabile. Dopo il suo omicidio sono comparsi molti ‘omaggi' alla sua memoria. In via Costa, ma anche all'interno di un vecchio palazzo in vico Santissimi Filippo e Giacomo, poco distante via San Biagio dei Librai, sempre nel centro antico di Napoli, zona Decumani, dove è spuntata una cappella votiva con all'interno un busto del baby boss ucciso. In molte zone, dai Tribunali al Rione Sanità, sono comparse le scritte E.S. 17, acronimo che i ragazzi hanno usato per identificare il giovane.