Forse Vincenzo De Luca dovrebbe iniziare a frequentare qualcuno dei corsi anti-bullismo che la sua Regione Campania propone da qualche mese a questa parte. L'ultimo episodio, l'audio carpito dal governatore (egli dice «relativo a una conversazione privata, nel chiuso di una stanza, nel quale non c'è alcun riferimento a persone fisiche»), reso noto da Il Mattino, quello in cui sostanzialmente parla – il riferimento al sindaco Luigi De Magistris è chiaro – di "sequestrare" e "sputargli in faccia" è, per i toni, la rabbia, la modalità, assolutamente inaccettabile. Ascoltatelo e rendetevi conto.
La prima carica politico-istituzionale della Regione Campania non può permettersi questo scivolone. Peraltro non l'unico: ce n'è uno alla settimana ormai. Che il personaggio fosse di carattere fumantino è cosa nota, ma qui si sta andando ben oltre l'accesa dialettica politica. Lo scontro col sindaco partenopeo, che provoca ma sa evidentemente quando fermarsi, non può trascendere in questo modo.
I toni da curva dello stadio, la fiele da conte Ugolino non aiutano né la sua ricandidatura – ormai non più scontata come fino ad un anno fa – né la regione che l'esponente del Partito Democratico amministra. Il Pd dilaniato da faide interne e logorato dal non-governo non guarda minimamente alla Campania, peraltro abbandonata già dal periodo del referendum costituzionale perso da Matteo Renzi. Forse è il caso di mettere però un freno, quanto meno un freno alle parole del presidente della Regione Campania: nessuno ha da guadagnare da questo linguaggio, men che meno il centrosinistra.