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Vomero e Arenella invasi da cacche di cane, sommersi i nuovi cestini: ordinanza flop

I nuovi contenitori posizionati da Asìa sono troppo piccoli. I residenti denunciano: “Gli operatori non raccolgono da settimane”. Cumuli di escrementi animali a ridosso della scuola Minucci in via Bernardo Cavallino e nei giardinetti dello Stadio Collana. Ma che fine ha fatto l’ordinanza per la mappa del Dna Canino con le multe da 500 euro?
A cura di Pierluigi Frattasi
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Nuovi cestini troppo piccoli per contenere tutte le feci canine. Ferma anche la raccolta da parte degli operatori Asìa. E il Vomero e l'Arenella si ritrovano invasi dagli escrementi degli animali domestici. I nuovi contenitori posizionati dall'azienda dell'igiene urbana si rivelano insufficienti a far fronte ai conferimenti. I bidoncini sono sommersi dai sacchetti con le deiezioni. Ovunque si sono formate mindiscariche dal tanfo nauseabondo, con le montagnole di escrementi che attirano mosche, insetti e altri parassiti.  Non si salvano nemmeno le aree frequentate dai più piccoli, come la scuola Minucci in via Bernardo Cavallino, all'Arenella, e i giardinetti dello Stadio Collana, al Vomero, i due quartieri dove è più alta la concentrazione di cani di proprietà della città.

Il fenomeno è scoppiato quando Asìa ha cominciato a sostituire i contenitori marroni, dove venivano gettati anche i sacchetti con le deiezioni animali, con gli appositi cestini. "Ma gli operatori – denunciano i residenti – non effettuano la raccolta da settimane". Il tutto, mentre con i cestini pieni, strade e marciapiedi si stanno riempiendo di nuovo di escrementi.

Che fine ha fatto l'ordinanza per il Dna Canino?

Eppure, il Comune nel novembre 2013 fece partire proprio dalla V Municipalità il progetto sperimentale per la mappatura del Dna canino che obbligava i proprietari a far eseguire i prelievi di sangue ai propri amici a quattro zampe, per risalire a chi imbrattava le strade e non ripuliva, con multe fino a 500 euro. Ma è rimasto lettera morta. La sperimentazione, estesa brevemente anche a Chiaia nel 2015, è stata interrotta, perché non si è trovato nessuno disposto a prelevare i campioni delle feci per strada. Gli agenti di polizia municipale all'epoca si rifiutarono.

Ad oggi, l'unica sanzione rimasta in vigore punisce chi porta il cane a spasso ma viene trovato senza paletta e sacchetto o viene colto sul fatto per non aver rimosso gli escrementi. Il Comune lo scorso settembre ha aumentato la multa a 500 euro. Ma non sembra fungere da deterrente. Al momento, ci sono attività di controllo che stanno svolgendo gli agenti di Polizia Municipale e Polizia Veterinaria volte all'individuazione di illeciti per la fecalizzazione e il maltrattamento degli animali. Recentemente sono stati individuati alcuni maltrattamenti di cani chiusi in gabbie in alcune zone della città.

I cumuli di escrementi al Vomero-Arenella

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Intanto, senza controlli e con la raccolta delle feci ferma, i cumuli di cacca crescono. In via Domenico Fontana e via Bernardo Cavallino, all'Arenella, i contenitori delle feci canine sono stati letteralmente sommersi dai sacchettini. Gli operatori di Asìa non li raccolgono da settimane e i residenti non sanno più dove gettarli. “Lungo il percorso che porta alla scuola materna ed elementare – raccontano gli abitanti di via Bernardo Cavallino – le montagne di sacchetti di feci animali non vengono raccolte da mesi. Occorre denunciare all'Asl il mancato servizio di Asìa, i cui operatori da pochi giorni hanno fatto la pulizia "straordinaria" della strada ma si sono guardati bene dal pulire intorno e dentro i contenitori per le deiezioni canine. E questo accade anche in altre zone. Nonostante le numerose segnalazioni le minidiscariche, con il loro caldo olezzo, non soltanto stanno ancora lì, ma si accrescono”.

Il presidente della commissione Ambiente: “Operatori rifiutano di raccogliere”

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“E' una situazione intollerabile che va sanata – dichiara Marco Gaudini, presidente della commissione AmbienteDove si fa la raccolta differenziata, in gran parte sono stati eliminati i bidoni, che in passato erano usati per gettare le deiezioni canine, e al loro posto sono stati installati i cestini appositi, che però non sono abbastanza capienti rispetto alla quantità di conferimenti. A questo si aggiunge una difficoltà nella raccolta di questi contenitori, perché non tutti gli operatori destinati al servizio hanno piacere a farlo, per i disagi e la puzza. Abbiamo segnalato la questione decine di volte in varie zone del territorio. In alcuni casi ci è stato riferito che Asìa ha suggerito ad alcuni cittadini di portarsi a casa il sacchetto e smaltirlo nell'umido, ma non mi sembra una soluzione ragionevole”.

La lotta flop a chi sporca le strade

La battaglia contro chi imbratta i marciapiedi con le feci canine il Comune di Napoli l'ha persa da tempo. La prima ordinanza di divieto di imbrattamento delle strade con le deiezioni canine è del 2002: obbligava i cittadini a munirsi di paletta e sacchetto per rimuovere gli escrementi, esentando solo i non vedenti. Ma prevedeva solo una sanzione da 19,68 a 78,72 euro. Nel 2006 il Comune vara un nuovo regolamento e la multa per le deiezioni canine non rimosse e per chi viene beccato senza paletta e sacchetto è portata da 100 euro alla prima violazione fino al massimo di 500 euro. Purtroppo, al regolamento non segue l'ordinanza. Per cui, rimane lettera morta.

Con l'amministrazione de Magistris la battaglia contro chi imbratta le strade riprende. A maggio 2012, il sindaco vara finalmente la nuova ordinanza che recepisce le sanzioni previste dal regolamento del 2006. L'obiettivo è ripulire marciapiedi, portici, attraversamenti pedonali, portoni dei condomini, accessi dei negozi e giardini pubblici dagli escrementi. Nonostante l'ordinanza, però, il fenomeno continua.

La banca del Dna Canino naufragata

Così, a novembre 2013 il Comune decide di istituire la Banca dati del Dna Canino e viene avviata la sperimentazione al Vomero-Arenella, dove si concentra il maggior numero di cani di proprietà. Tutti hanno l'obbligo di censire il proprio animale all'Ospedale Veterinario dell'Asl Na 1 Centro in via Marco Rocco di Torre Padula, oltre all'obbligo del microchip. Chi non porta il cane a fare il prelievo viene punito con una sanzione da 25,82 a 154,94 euro. A gennaio 2015 la mappatura del Dna viene estesa anche ai residenti di Chiaia. La risposta dai cittadini è positiva. Molti portano il cane al censimento. Si fanno i controlli con il personale veterinario che ferma i proprietari e verifica se hanno adempiuto al microchip. Ma il progetto non decolla.

Quando si entra nella fase delle verifiche in strada, emerge il problema di chi materialmente debba prelevare il campione. Non ci si riesce a mettere d'accordo. E la sperimentazione naufraga. Intanto, dal 2017 Asìa comincia a posizionare i cestini per le deiezioni nei quartieri, partendo dai parchi e dai giardini. Il Comune a settembre 2018 inasprisce le sanzioni, elevandole a 500 euro. E a marzo 2019 l'ordinanza viene prorogata. Ma i risultati, come mostrano le foto al Vomero-Arenella, non sono positivi.

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