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Piazza Bellini, un luogo meraviglioso di Napoli diventato invivibile

Non è “sputtanapoli” ammettere che la piazza regina della movida nel centro storico sia diventata invivibile. Chi la frequenta da oltre vent’anni ricorderà com’è cambiato tutto. E non possiamo dire certo che sia migliorato. La storia del poliziotto investito è solo l’ultima in ordine di tempo. Quando si porrà rimedio prima di piangere sull’irreparabile?
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Piazza Bellini, dal lato delle Mura Greche
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«Io a Bellini non ci vado più. Non ci si può più stare, guagliù».
Questa frase l'ho sentita e l'ho detta sempre più spesso nel corso degli anni. Non equivocate: so benissimo che nel frattempo sono cresciuto io e i tavolini di piazza Bellini non bastano più per riunirci. Ieri eravamo noi, io e te fratamme; io e te «dai che ti costa, prendiamo solo un caffè non mordo mica», io e te «t'aspetto per parlarti di un progetto non dirmi subito di no, pensaci almeno un attimo».
Oggi siamo noi, le mogli, i mariti, i figli, i carrozzini i «domani mi devo svegliare presto e non ce la faccio» e i «non beviamo assai che domani schiara un'altra giornata». Anche se messa così non sembra, non è che sia per forza peggio oggi (tranne che per la capacità di assunzione dei superalcolici). Citerei Alfred Tennyson sull'energia di giorni lontani che non abbiamo più pur restando gli stessi di sempre ma evito.

Sto guardando e riguardando il video del poliziotto al posto di blocco sbattuto per aria da uno scooter proprio in mezzo alla piazza. Mi dispiace tanto e spero si riprenda presto. Ma il malessere della "piazza della movida" arriva da lontano, come direbbero a una riunione di Sinistra Italiana (parlando degli aperitivi, mica d'altro).

"Chio' chio' " storico personaggio di piazza Bellini a Napoli
"Chio' chio' " storico personaggio di piazza Bellini a Napoli

Vediamo se li ricordo tutti a memoria: Peppe Spritz, Bar Fiorillo, birreria con le Tennent a 2 euro della quale non ricordo il nome. E poi di fronte Lemmelemme, Taschino-Evaluna, Intramoenia, Arabo e verso Costantinopoli Nea e Vinarte. La suddivisione degli spazi pubblici non è mai stata rigorosa ma c'era. Gli ultras, la comunità gay, gli "occasionali", i cannaioli (nei giardinetti a rollare).

In piazza Bellini trovavi e trovi di tutto, per me è stata sempre il luogo della tolleranza di Napoli.

Piazza Bellini non sono i Baretti di Chiaia, marchiati come "salotto buono" (poi vorrei farvi vedere certa gente che li frequenta, altro che buoni). Chiaia è una bella curva del corpo – o forse gli occhi della città -. A Bellini i ventricoli pompano gente, rumori, passi, musica nel cuore dei Decumani.

Di fronte, la mattina, quando il Conservatorio è aperto, si può sentire la musica dei pianoforti mentre prendi un caffè o un cappuccino. Sembra di essere nell'Hackesche Höfe di Berlino. Poi vedi le Mura Greche e pensi: col cazzo, esistevamo prima noi dei tedeschi.

Le Mura Greche. Alzi la mano chi non ha mai detto ad un amico venuto da fuori: «Le vedi queste? So' greche!» (con la voce di Mario Brega con Verdone) per poi dispiacersi: «Sono piene di munnezza, la gente ci butta dentro le bottiglie, che schifo eh?».
Bellini è il vecchio trans che ogni santa sera sussurra "Sigarette… Marlboro…". Qualcuno ricorda dove è finito "Chio' Chio'" con l'incenso e le sue rime beneauguranti? Non lo vedo più da un pezzo.

Il poliziotto investito al posto di blocco in piazza Bellini
Il poliziotto investito al posto di blocco in piazza Bellini

Per qualche anno (e sto parlando di qualche decennio fa) il grosso del casino si era spostato. Prima piazza del Gesù. Poi San Domenico Maggiore. Poi a Santa Maria la Nova. Poi a largo San Giovanni Maggiore.  Più di recente in un angolino di piazza Dante, il tempo di apertura – e drastica chiusura – di un locale. Sono sempre tornati a Bellini. Che è diventata via via meno capace di sostenere la massa di gente con auto e scooter annessi. Lo stravolgimento degli equilibri della camorra ha altresì portato a un cambiamento nella dinamica dello spaccio di stupefacenti – parliamo per lo più di droghe leggere – oggi quasi spudoratamente pubblico, affidato a manovalanza di origine nordafricana. Lo testimoniano i numerosi fermi delle forze dell'ordine che stanno tenendo la zona sotto pressione. La criminalità che gestisce è quella delle baby paranze; è cosa nota e non stupisce. Negli anni Novanta scalpore proprio tra Bellini e piazza del Gesù suscitò il feroce "gioco dello schiaffone", potenti ceffoni assestati da giovanissimi in scooter alle spalle di ignari passanti.  Così, per gioco. Eravamo avanti: solo dopo anni sarebbe arrivato l'altrettanto stupido "knockout game". Solo che prima i guaglioni si limitavano ai ceffoni, ora girano armati e amministrano piccole estorsioni, rapine, scippi e spaccio, pronti a scatenare una guerra per ogni sconfinamento delle altre micro-bande di giovanissimi di camorra.

Rifiuti in piazza Bellini
Rifiuti in piazza Bellini

«Napoli andrà lontano e nessuno potrà fermarla» dice oggi il sindaco Luigi De Magistris cui sfugge la realtà dei fatti e non in periferia dove occorre inforcare le lenti dell'impegno per guardare quanto accade lontano dal Palazzo d'Inverno. Piazza Bellini sprofonda da anni nel degrado e non è solo la questione delle montagne di rifiuti che già dal crepuscolo diventano montagne, in barba a ogni logica che vorrrebbe, in un posto in cui si consumano centinaia di litri di bibite ogni sera, una attenzione spasmodica (e multe salate) sul fronte raccolta differenziata. La videosorveglianza in piazza Bellini c'è e lo dimostra il filmato del poliziotto investito. Non c'è la cura di un luogo attraversato e vissuto quotidianamente da centinaia di persone, napoletani e turisti. Una cura che dovrebbe essere anche dei tanti commercianti che in quella zona popolatissima da ragazzi hanno trovato la loro fortuna. Ma siccome la civiltà non la si può imporre, il Comune deve fare la sua parte in maniera più incisiva.  Proprio ieri un gruppo di residenti ha protestato chiedendo il rispetto delle leggi in materia di rumore: chi abita in quella zona di Napoli è sicuramente fortunato per la location, ma non lo è la notte: non ci sono controlli, è impossibile riposare in santa pace nemmeno alle 4 del mattino.

«La storia ci ha reso capitale. Il presente ci pone con orgoglio nuovamente ai vertici – e non solo per turismo e cultura – dell'attenzione nazionale ed internazionale» scrive su Facebook un De Magistris forse ignaro di quanto accaduto la notte prima.
«Poteva succedere ovunque»; «Non facciamo Sputtanapoli»: questi sono gli argomenti di chi nega, nega, nega perfino l'evidenza dei fatti. Piazza Bellini è diventata invivibile come molte altre meravigliose zone di Napoli. Lo dice uno che la ama.  E che nonostante tutto continua ad andarci, sperando di non essere protagonista di filmati di videosorveglianza o di brutte storie da raccontare.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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