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Covid 19

A Napoli i matrimoni civili si potranno celebrare anche in strada e nei palazzi storici

Il sindaco Luigi de Magistris: I matrimoni civili a Napoli da quest’estate si potranno celebrare anche in piazza, nei palazzi storici, dalla Rotonda Diaz a Marechiaro”. Finora, infatti, cerimonie civili si tenevano nelle sale delle Municipalità o nella sala della Loggia del Maschio Angioino. Una novità importante per rilanciare il settore del wedding, fortemente penalizzato dai mesi di blocco del Coronavirus. Spazi e giorni ad hoc per le passeggiate dei bimbi.
A cura di Pierluigi Frattasi
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I matrimoni civili a Napoli da quest'estate si potranno celebrare anche in piazza, nei palazzi storici, dal Lungomare ai Decumani. Finora, infatti, cerimonie civili si tenevano nelle sale delle Municipalità o al Maschio Angioino. Una novità importante che annuncia il sindaco Luigi de Magistris. L'obiettivo è rilanciare il settore del wedding, fortemente penalizzato dai mesi di blocco per il Coronavirus. “Matrimoni civili non più solo nella sala della loggia del Maschio Angioino – scrive de Magistris – o nelle municipalità, ma negli spazi della nostra città: da Rotonda Diaz a Marechiaro, dai palazzi storici del centro storico alle piazze, ovunque gli sposi desiderino per far ripartire il settore wedding”.

Il sindaco: “Aree e giorni ad hoc per le passeggiate dei bimbi”

Dopo la sospensione dei matrimoni a causa del Covid19, durante i mesi del lockdown di marzo e aprile, il primo cittadino traccia le linee per la ripartenza anche economica di Napoli, discusse ieri sera nella riunione di giunta: dalla “mobilità e commercio per l'estate (occupazione di suolo pubblico gratuito e più fruibile, più trasporto pubblico, più biciclette, più pedonalizzazioni, più cultura e ripresa del turismo)”. Tra le idee alle quali l'amministrazione sta lavorando: “spazi accessibili per alcuni giorni solo a bambini ed accompagnatori”.

“Dobbiamo rilanciare l'economia”

“Solo dal 4 maggio – conclude – dopo due mesi di blocco dove abbiamo contenuto brillantemente il contagio, parte dei lavori sono ripresi e solo una parte delle lavoratrici e dei lavoratori stanno operando (vigono ancora limitazioni governative). Due mesi di lockdown non si recuperano in poche settimane, con un numero consistente del personale obbligatoriamente a casa, con centinaia di milioni di euro in meno e con il governo nazionale che ci ha, di fatto, abbandonato. Non stiamo mollando, ma il quadro di riferimento deve essere chiaro. Adesso siamo in pieno lockdown sociale ed economico, possiamo sprofondare nel baratro o rinascere. Quando si combatte è necessario conoscere il campo di battaglia. La situazione reale. Se guardo ai numeri, la ragione mi porterebbe a pensare che la tragedia economica e sociale dalle nostre parti avrà numeri peggiori del coronavirus. Se penso alla nostra volontà, alla forza e al coraggio della comunità napoletana penso che ce la possiamo fare. Alcuni dati, solo alcuni esempi, per comprendere come agiamo con forza, anche se con risorse umane ed economiche ridotte al lumicino”.

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