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A Napoli la rete di beneficenza guidata dal boss, i collegamenti coi Caf e un consigliere

Le forze dell’ordine stanno monitorando una “rete di solidarietà” abusiva nata nell’area occidentale di Napoli e che sembra avere dei collegamenti con altre iniziative legali sorte nello stesso quartiere. Su Facebook, da numerosi post, si evincono contatti con la raccolta organizzata da un Caf e con la distribuzione di alimenti di un consigliere regionale.
A cura di Nico Falco
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Un gruppo di pregiudicati notoriamente legati a un clan di camorra, una raccolta fondi, un Caf che la pubblicizza, alimenti donati in beneficenza da un consigliere regionale e che rischiano di finire in mani “ambigue”. Le forze dell’ordine stanno monitorando con attenzione una “rete di solidarietà” nata in questi giorni in un quartiere dell’area ovest di Napoli: il sospetto è che sia uno dei circuiti dove la camorra sta cercando di infiltrarsi per porsi come riferimento anche durante l’emergenza coronavirus, mettendo il proprio nome accanto a quelle raccolte di beneficenza veramente mosse dallo spirito di mutuo soccorso. Il filo rosso è evidente su Facebook, dove tutto viene fatto alla luce del sole.

Si parte da un post datato 30 marzo, in cui viene menzionata una associazione del posto e come riferimento vengono dati due cognomi: quello di un pregiudicato considerato boss emergente, scarcerato dopo oltre 20 anni di carcere, e quello della moglie. Lo pubblica un parente, tra le persone taggate nel post c'è il figlio della coppia, attualmente detenuto. Per la Direzione Distrettuale Antimafia il gruppo criminale che fa capo al padre non è scomparso durante la detenzione ma è stato retto dalla madre; secondo le informative delle forze dell’ordine l'uomo sta cercando di approfittare del vuoto di potere nell'area flegrea per ricompattare un gruppo camorristico che possa riunire i quartieri di Bagnoli, Pianura, Fuorigrotta e Soccavo, compresa l’area del Rione Traiano.

Della raccolta organizzata dalla famiglia parla anche il gestore di un Caf del quartiere, che sta organizzando una raccolta e distribuzione autonoma con un gruppo di volontari. In un video pubblicato su Facebook, in cui viene ripreso mentre viene intervistato da una tv locale, spiega come contattare la propria associazione e aggiunge di avere informato municipalità e carabinieri delle attività in modo da essere autorizzato a muoversi per consegnare la beneficenza. E, dopo aver parlato della propria iniziativa, aggiunge: “Oltre alla mia associazione, ci sono anche altri amici…”. E nomina, tra gli altri, alcuni pregiudicati del quartiere, che secondo le forze dell’ordine sono vicini al gruppo criminale, a cui sono legati per parentele.

In una successiva diretta Facebook, il gestore del Caf ringrazia un consigliere regionale che ha organizzato un'altra iniziativa, con donazioni di prodotti alimentari che vengono distribuite a parrocchie. Nel video si vede anche il consigliere, maglia della Protezione Civile e mascherina sul volto, che, è bene sottolinearlo, non appare però avere collegamenti con personaggi in odore di malavita. Il video viene condiviso su Facebook da un militare, anche lui presente nel video, che del consigliere regionale è il riferimento per il quartiere.

Il militare è lo stesso che viene ringraziato pubblicamente da un nipote della moglie del boss, che lo chiama “fratello” e “amico da sempre” e che esprime apprezzamento anche per le donazioni del consigliere regionale. E il militare risponde aggiungendo che a Palazzo Salerno, sede del Comando Operativo Forze Sud dell'Esercito, il ragazzo "è rimasto nel cuore di tutti"; da verifiche di Fanpage.it non risultano ovviamente collegamenti tra l'Esercito e il nipote della moglie del boss, che potrebbe essere quindi stato a Palazzo Salerno per salutare dei conoscenti.

In questi giorni la Polizia di Stato ha intensificato i controlli anche nei supermercati dell’area flegrea. Il sospetto è che, parallelamente alle raccolte di beneficenza autorizzate e legali, si stiano muovendo anche quelle della camorra, che distribuendo le buste della spesa hanno una giustificazione per restare sul territorio e per seminare crediti da riscuotere a emergenza finita. Diversi sono i casi di noti pregiudicati che hanno preteso donazioni di prodotti e che hanno saltato anche le file, accedendo direttamente nei depositi. Il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, intervistato da Fanpage.it, ha parlato dell'esigenza di monitorare le associazioni che stanno sorgendo in questi giorni, per verificare che dietro il paravento della beneficenza non si nascondano tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.

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