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Alessandra Madonna, l’ex condannato a 8 anni: la Procura fa ricorso in Cassazione

Il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli ha presentato ricorso in Cassazione dopo aver letto le motivazioni della condanna a 8 anni e 2 mesi per Giuseppe Varriale per la morte di Alessandra Madonna, investita e uccisa con l’automobile nel settembre 2017. Secondo il procuratore non si è trattato di omicidio preterintenzionale ma volontario.
A cura di Nico Falco
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La morte di Alessandra Madonna non fu omicidio preterintenzionale, ma omicidio volontario con dolo eventuale. È la tesi sostenuta dal procuratore generale della Corte di Appello di Napoli, Carmine Esposito, che aveva chiesto una condanna a 20 anni per Giuseppe Varriale, ex fidanzato della giovane ballerina napoletana. Ieri il magistrato, dopo aver letto le motivazioni della condanna a 8 anni e 2 mesi per il ragazzo, ha presentato ricorso in Cassazione; Varriale era stato condannato in primo grado a 4 anni e 8 mesi, con l'accusa di omicidio stradale.

La tragedia risale alla notte tra il 7 e l'8 settembre del 2017. Alessandra fu trascinata dall'automobile del ragazzo in via Cesare Pavese e morì poche ore dopo all'ospedale San Giuliano di Giugliano. Secondo i giudici della Corte d'Assise di Appello Varriale, pur non volendo uccidere la ragazza (da qui la condanna per omicidio preterintenzionale e non volontario), non poteva non sapere che accelerando avrebbe potuto causare delle lesioni ad Alessandra Madonna, che si era aggrappata alla vettura. Varriale, di contro, aveva sempre sostenuto di aver accelerato per allontanarsi e di non essersi accorto che la ragazza si fosse aggrappata. I soccorsi erano stati chiamati dallo stesso Varriale, una volta resosi conto di averla travolta.

Determinanti per la condanna erano state anche le dichiarazioni del ragazzo che, ascoltato dagli inquirenti, aveva riferito che Alessandra si era aggrappata; la dichiarazione, secondo il suo legale, Nicola Pomponio, era però da ritenersi nulla in quanto si trattava di una supposizione. Anche al Pronto Soccorso, però, il giovane aveva riferito la stessa ricostruzione ai medici, inquadrato dalle telecamere di sorveglianza. Durante il processo di secondo grado il procuratore Esposito aveva chiesto la condanna a 20 anni.

Per la Procura Generale la condanna a 8 anni e due mesi è "contraddittoria e illogica", la richiesta è di annullare la sentenza con rinvio per riqualificare il reato da omicidio preterintenzionale a volontario con dolo eventuale e quindi celebrare un nuovo processo. Di recente anche la difesa di Varriale aveva depositato motivi di ricorso in Cassazione, per chiedere che il reato venisse riqualificato da omicidio preterintenzionale a omicidio stradale.

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