Il calciatore e perno della difesa del Napoli, Kalidou Koulibaly, ha pubblicato sul suo profilo di Twitter un post contro il terrorismo e di solidarietà e vicinanza alle famiglie della comunità islamica neozelandese coinvolte nell'attacco alle due moschee.
L'attentato ha causato 49 morti e decine di feriti, i killer hanno sparato sulla gente con fucili automatici e hanno filmato l'attacco in diretta contro le due moschee a Christchurch; il bilancio non è ancora definitivo.
“Solidarietà e preghiera per le famiglie della comunità musulmana in Nuova Zelanda”, si legge, in italiano, francese e inglese sul “cinguettio” del calciatore senegalese.
Pochi giorni fa il calciatore del Napoli aveva incontrato Cheikh Ndiaye, il 12enne senegalese arrivato nel capoluogo partenopeo per una delicata operazione chirurgica per le gravi ustioni riportate in Senegal. Il ragazzino aveva espresso il desiderio di incontrare il calciatore, che nel suo Paese è considerato un idolo dai suoi connazionali.
Cheikh Ndiaye era rimasto gravemente ferito al viso e agli arti in un incidente con una lampada a petrolio che aveva provocato anche l'incendio della capanna in cui si trovava. Le strutture senegalesi non erano attrezzate per un intervento medico del genere e così è stato necessario il trasferimento in Italia, dove il ragazzino è arrivato insieme alla madre grazie al supporto dei volontari di “Emergenza Sorrisi”.
Ad attenderlo, l'equipe del professor Gianpaolo Tartaro, Professore Ordinario presso l'Università degli Studi della Campania e Direttore della Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale del Policlinico.