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B&B è boom a Napoli, ma il Comune incassa poco: solo 2 milioni dalla tourist tax

Sono 1.521 le strutture extralberghiere, tra B&B, affittacamere e case vacanza, registrate al Comune di Napoli. Sui siti online di prenotazione se ne conta il 40% in più. I B&B superano di 10 volte gli hotel in città, ma il Municipio incassa da loro 4 volte di meno, nonostante i prezzi simili dell’imposta. Ecco la mappa quartiere per quartiere.
A cura di Pierluigi Frattasi
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A Napoli è boom di turisti. Un'esplosione di B&B, affittacamere e case vacanza che ad oggi superano di 10 volte gli hotel in città. Ma il Comune incassa solo le briciole. Sui 9,3 milioni versati al Municipio nel 2018 per la tassa di soggiorno, meno di un milione di euro arriva dalle 1.521 strutture extralberghiere registrate presso Palazzo San Giacomo. A cui va aggiunto un altro milione di euro circa dalle locazioni brevi (gli affitti inferiori a 30 giorni che non hanno neanche bisogno di presentare la Scia), che oggi sono oltre 4.500 e vanno per la maggiore. Due milioni di euro in totale, a fronte dei 7 versati dagli hotel.

Cifre irrisorie, se si pensa che i 176 alberghi di Napoli coprono quasi il 70% dei versamenti, e che la stragrande maggioranza degli hotel (2 e 3 stelle) nel 2018 ha versato in media al Comune, per ogni ospite al giorno, quasi lo stesso importo di un B&B (2 euro per un 2 stelle, 2,50 euro per un 3 stelle, a fronte dei 2 euro del B&B). Somme che sono state leggermente riviste al rialzo dal 1 luglio scorso, quando è scattato l'aumento di 50 centesimi per B&B e hotel a 3 e 4 stelle.

Molti B&B non risultano al Comune: sui siti online risultano circa il 40% in più

E tutto questo senza considerare il sommerso. Sui siti di prenotazioni online, da AirBnb a Booking, da Expedia a Trivago, tanto per citarne alcuni, i B&B, gli affittacamere e le case vacanza registrati sono circa il 40% in più di quelli che risultano al Comune. Il segnale di un'invasione di turisti senza precedenti a Napoli, verificatasi negli ultimi anni. Tanto che il Comune, per regolare il fenomeno, il 17 aprile scorso ha varato la delibera che istituisce l'Albo delle strutture extralberghiere e delle locazioni brevi, con tanto di Codice Identificativo. Ma l'iscrizione è facoltativa e chi si registra deve certificare che ha tutte le carte in regola per i requisiti di abitabilità ed è responsabile anche penalmente di quanto dichiara.

La crescita del turismo è fotografata anche dagli incassi dell'imposta di soggiorno che sono raddoppiati negli ultimi 4 anni, passando da 4,5 milioni del 2015 ai 9,3 del 2018. Mentre la previsione per il 2019 si attesta su 12,3 milioni.

Quanti sono i B&B a Napoli?

I dati estrapolati dal software Tourist Tax in dotazione agli uffici e aggiornati al 30 aprile scorso parlano chiaro. I Bed & Breakfast registrati nel 2018 sono 738 e hanno versato come imposta di soggiorno 351.456,50 euro. Le case vacanza sono 493 e hanno versato 160.986,78 euro. Mentre dagli affittacamere, che sono 290, sono arrivati 426.494,12 euro. Il grosso degli incassi extralberghieri arriva però dalle locazioni brevi. Qui, la maggioranza dei versamenti proviene da AirBnB, che riversa al Comune la tassa in quanto preleva la somma direttamente alla prenotazione online come sostituto d'imposta: 4.200 locazioni brevi in questo modo hanno dato 1.132.864 euro. Mentre le locazioni brevi versate dai gestori direttamente al Comune, in aggiunta alle precedenti, sono state 233 e hanno fruttato 48.341,38 euro. In totale, quindi, gli importi versati l'anno scorso (esclusi gli hotel) ammontano a 2.120.142,78 euro. Certo, i benefici economici per la città che arrivano dal turismo non si esauriscono nella tassa di soggiorno. Il Comune ha calcolato che per ogni euro speso da un visitatore forestiero per una mostra, in città ne entrano 60.

La mappa dei B&B a Napoli quartiere per quartiere

Dove si trovano i B&B? I numeri presenti su Booking.com consentono di farsi un'idea della mappa delle strutture ricettive in città. Anche se i dati in questo caso, è bene precisare, non hanno valore statistico e potrebbero includere anche strutture fuori dal perimetro comunale. Sul portale si contano 1.137 B&B, 552 case vacanza, 372 affittacamere e 1.854 appartamenti. Il grosso è concentrato al centro storico: circa 700. Segue la Stazione centrale a 370, Chiaia 240, Zona Porto 190, Lungomare Caracciolo 77, Vomero 130, Fuorigrotta 65, corso Vittorio Emanuele 50, Zona Ospedaliera 15.

Come vengono spesi i ricavati della tassa di soggiorno?

«L'imposta è destinata a promuovere e finanziare gli interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle attività ricettive, la manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali, nonché i servizi pubblici locali». «Su 9,3 milioni incassati nel 2018 – spiega Diego Venanzoni, consigliere comunale Pd – il Comune ne ha impiegati circa 3,6 per la cura del verde pubblico, con risultati ancora scarsi sembra. Quasi 1,2 milioni sono stati investiti per i servizi turistci per l’accoglienza. Una parte, forse si sarebbe potuta usare per aprire finalmente dei wc pubblici che ad oggi mancano. Per il 2019, poi, nemmeno un euro di contributo andrà alle periferie ancora una volta penalizzate».

Per il 2019, il Comune ha previsto di incassare 12,5 milioni di euro dalla tourist tax. Ecco come intende spenderli. Al primo posto c'è la manutenzione del verde, ben 4,4 milioni, mentre ai trasporti pubblici vanno 3 milioni. Seguono i “Servizi Turistici per l'accoglienza e la promozione delle attività turistiche della città” con 1,2 milioni. Quindi, ci sono i teatri: 700mila euro al Mercadante e altri 260mila euro alla Scuola di Alta Formazione del Teatro Stabile; 600mila euro al San Carlo. Alla promozione del turismo sostenibile invece sono riservati 550mila euro. Il terzo capitolo riguarda feste e spettacoli: “programazione dei grandi eventi, Maggio de Monumenti, Natale a Napoli” (455mila euro), le luci di Natale (450mila), Capodanno (300mila).

E ancora, promozione della cultura (40mila), “manifestazioni culturali” (26.300 euro), mentre 15mila euro vanno ai rimborsi spese di viaggio dei dipendenti della Direzione Centrale Cultura. Quindi c'è il fondo per la riduzione del Cosap (il canone occupazione suolo pubblico): 164mila euro. Una parte dei fondi va a sostenere gli enti culturali che danno lustro alla città: Museo Filangieri 130mila, Istituto di Storia Patria 100mila, Fondazione Premio Napoli 100mila, Fondazione Eduardo De Filippo 70mila. C'è poi la Casa del Cinema del Comune che assorbe in totale 43mila euro. Anche la manutenzione del software che gestisce la tassa di soggiorno si finanzia così: 50mila euro quest'anno.

Al Maschio Angioino e al Pan vanno 30mila euro ciascuno, all'Orchestra Scarlatti 20mila, 15mila per l'Osservatorio Pemanente Centro Storico Unesco, 10mila ciascuno per l'Emeroteca Tucci, l'esposizione del Tesoro dell'Annunziata, l'Istituto Campano Storia della Resistenza-Istituto Italiano Studi Filosofici. Ci sono infine piccoli contributi da 6mila a mille euro divisi tra tante iniziative: partecipazione all'associazione della ceramica, cappella tesoro di San Gennaro, quota Cidac, Adesione Associazione Gai (associazione Giovani Artisti ItalianI) – Icom (International Council of Museum) Herity (organismo internazionale non governaivo), Comitato via Duomo Strada dei Musei. Altri 3mila euro per il canone delle cassette di sicurezza.

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Giornalista professionista dal 2016, per Fanpage.it segue la cronaca di Napoli, con particolare riferimento ai settori politica, istituzioni, trasporti, Sanità, economia. Ha collaborato in passato con i quotidiani “Il Mattino”, “Roma”, “Il Fatto quotidiano.it” e con l'agenzia di stampa Italpress. Nel 2014 ha vinto il Primo Premio al Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”. Per l'attività giornalistica svolta è stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche (tra le quali Agorà, RaiRadio2, TgCom24, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Marte, Radio Amore Napoli, Canale 8). Moderatore di convegni e dibattiti pubblici per Provveditorato per le Opere Pubbliche della Campania e Molise, Banca Fideuram – Intesa Sanpaolo, Eurispes. Ha svolto attività di ricerca scientifica di carattere storico-economico. È autore dei saggi pubblicati su Meridione, Sud e Nord del Mondo: "La ristrutturazione industriale negli anni ’70 del Novecento. I salvataggi Gepi di imprese campane" (Esi, 2013), "Espansione e sviluppo dell’industria aerospaziale campana negli anni ’70 del Novecento" (Esi, 2013), e "Pensiero meridiano e politiche europee per il Mediterraneo" (Esi, 2010).
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