511 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Campania, “Alle cliniche private rimborsi sproporzionati per malati Covid”: la denuncia M5S

Esposto del M5S alla Corte dei Conti sui rimborsi della Regione Campania per le cliniche private che hanno offerto il loro supporto per i posti letto: “Risarcimenti sulla disponibilità offerta e non sulle prestazioni fatte realmente. Tetto massimo al 95%, mentre il decreto nazionale prevede il 70%”.
A cura di Pierluigi Frattasi
511 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

“Inopportuni e sproporzionati i rimborsi alle cliniche private fino al 95% del budget per i mesi di emergenza Covid19, erogati non per le prestazioni effettivamente rese in sostegno della sanità pubblica per il ricovero di pazienti contagiati dal Coronavirus, ma sulla base della disponibilità manifestata. Non proporzionata l'entità della remunerazione, visto che il Decreto Liquidità del Governo prevede un massimo del 70%. Infine, il conguaglio dare-avere tra Regione e Case di cura posticipato al 2022, mentre non c'è riferimento alla copertura finanziaria nel protocollo firmato in Regione”. Ecco i rilievi principali sollevati dal Movimento 5 Stelle in un esposto alla Corte dei Conti della Campania sul “Protocollo di Intesa tra regione Campania – AIOP Campania per l’attivazione di posti letto Covid dedicati, nonché per l’implementazione posti letto non Covid per trasferimento ed invio pazienti da PPOO vs Case di cura”.

Il dossier, firmato dai parlamentari e consiglieri regionali pentastellati, è stato illustrato questa mattina in conferenza stampa dalla consigliera regionale Valeria Ciarambino, la senatrice Maria Domenica Castellone, membro della commissione Sanità, che ha presentato un'interrogazione parlamentare, e il deputato Nicola Provenza, che ha presentato degli emendamenti al Decreto Liquidità attualmente in sede di conversione in legge. “Daremo battaglia in Parlamento – sostiene la senatrice Castellone – Quelle norme sono state pensate per supportare le Regioni travolte dall'emergenza Coronavirus, come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna, ma non dovevano essere apripista per regioni dove fortunatamente ad oggi abbiamo avuto pochi ricoveri, prevedendo un corrispettivo per prestazioni non erogate”. “Questa operazione – commenta Valeria Ciarambino – rischia di ricadere sulle casse della Regione, perché non è prevista alcuna forma di copertura economica e difficilmente il Governo potrà approvare spese a prescindere dalle rendicontazioni delle prestazioni”.

L'accordo con le cliniche private

“Il 28 marzo, infatti – come ricostruito nell'esposto – la Regione Campania e l'Aiop Campania, una delle maggiori associazioni rappresentative della sanità privata, siglano il protocollo che autorizza le cliniche private campane a poter supportare il sistema sanitario pubblico in difficoltà nell'affrontare l'emergenza Coronavirus. Una possibilità prevista dal Decreto Cura del Governo del 17 marzo, “qualora vi fosse l’impossibilità di perseguire gli obiettivi di potenziamento dell’assistenza nelle strutture pubbliche”. Le cliniche private quindi possono intervenire per garantire posti letto necessari per le esigenze assistenziali per i pazienti COVID-19, sia per degenza ordinaria, sia di sub-intensiva che di terapia intensiva".

"Il 3 aprile viene sottoscritto un Addendum al contratto che introduce due novità, una che riguarda la causa del contratto, l’altra le modalità di remunerazione. Con riguardo alla prima delle novità citate, si specifica che tra le finalità del Protocollo è da ricomprendere anche l’esigenza di assicurare un supporto finanziario alle aziende sanitarie private, in ragione dell’ordinata sospensione delle attività di elezione e di specialistica ambulatoriale (queste ultime, sospese con ordinanza, a far data dal 05/03/2020 e sino al 4/05/2020) e del momento di grave difficoltà patito dalle cliniche, con il rischio di non poter assicurare i livelli occupazionali. La seconda novità è rappresentata invece dalla integrazione dell’articolo 7 del Protocollo, stabilendo, quanto alle modalità di remunerazione, che il conguaglio dare-avere tra Regione e Case di cura avverrà nel corso dell’esercizio finanziario 2022”. L'8 aprile però interviene il Dl 23 che fissa il tetto massimo per i rimborsi al 70% e vincola il rimborso alla rendicontazione delle attività svolte.

Il dietrofront della Regione

Il 14 aprile, così, secondo la ricostruzione del M5S, "la Regione Campania rimodula le condizioni economiche adeguandole al Dl 23, riportando il tetto massimo al 70%, e ponendo come condizione per il risarcimento la rendicontazione delle spese. Tuttavia, il 3 maggio viene “sottoscritto un ulteriore verbale d’intesa tra AIOP Campania e Regione che ribadisce (punto B del verbale) che per le mensilità di marzo, aprile e maggio 2020 la modalità di remunerazione sarà quella prevista dall’art. 7 del Protocollo d’Intesa stipulato in data 28/03/2020 vale a dire il 95% (e non più il 70%) del un dodicesimo del budget assegnato con DCA 48/2018 indipendentemente dal valore effettivo della produzione e che, successivamente ed ai fini del conguaglio, saranno trattate ai sensi di quanto previsto dall’Addendum del 03/04/2020”.

511 CONDIVISIONI
32801 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views