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Campi Flegrei, i terremoti sono aumentati: lo studio Ingv sulle fumarole

Uno studio dell’Ingv sulle fumarole dei Campi Flegrei per avere informazioni più approfondite sullo stato di attività della caldera flegrea. La dottoressa Flora Giudicepietro (Ingv): “La sismicità successiva al 2000 fornisce una chiara immagine di questo processo”. Nell’ultimo periodo è aumentata infatti l’attività sismica nella zona.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Uno studio approfondito sulle fumarole per avere informazioni più approfondite sullo stato di attività della caldera dei Campi Flegrei. La ricerca, effettuata dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è stata pubblicata anche sulla rivista specializzata di settore "Geochemistry, Geophysics, Geosystems" pubblicata dall'American Geophysical Union. Studio che, si spera, permetterà di monitorare ancora meglio i prossimi sviluppi dei Campi Flegrei, un'area enorme e caratterizzata da un'attività geofisica e vulcanica rilevante, trattandosi a tutti gli effetti di una grande caldera in stato di quiescenza.

Un'attività vulcanica conosciuta fin da tempi antichissimi (lo stesso nome deriva dal verbo "bruciare" in greco antico). E che per questo viene tenuta sotto osservazione costante, visto che si tratta di un'area con un raggio vasto tra i 12 ed i 15 chilometri. "Si tratta di una caldera vulcanica formatasi a seguito dello svuotamento di una camera magmatica superficiale, dovuto alla grande eruzione dell'Ignimbrite campana di circa 40.000 anni fa", ha spiegato la dottoressa Flora Giudicepietro. "Un'area ricca di storia e caratterizzata, come molte caldere nel mondo, da deformazioni, sismicità e dalla presenza di un vasto sistema idrotermale". Negli ultimi decessi, ci sono stati diversi terremoti (quasi sempre di bassa intensità ma altrettanto avvertiti dalla distintamente dalla popolazione. L'elevata frequenza di questi fenomeni, compreso anche il bradisismo, ha fatto che tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013, il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC) decidesse di elevare il livello di allerta da verde a giallo, ovvero la prima soglia di attenzione.

“L'analisi a lungo termine del tremore sismico generato dalla fumarola Pisciarelli indica un aumento dell'ampiezza del tremore fumarolico tra maggio 2017 e la fine di aprile del 2019, incremento che trova riscontro negli andamenti dei parametri geochimici registrati nei Campi Flegrei", ha spiegato ancora la Giudicepietro, "La sismicità successiva al 2000 fornisce una chiara immagine di questo processo: le localizzazioni dei terremoti e la densità ipocentrale delineano i percorsi dei fluidi che si muovono da un'ampia zona all'interno del sistema idrotermale, a una profondità di 1-2 km, verso i siti idrotermali di Pisciarelli-Solfatara, dove gli eventi si concentrano a profondità molto basse. Analizzando l'ampiezza del tremore fumarolico è stato inoltre possibile identificare un episodio di allargamento dell'area di emissione vicino alla fumarola principale di Pisciarelli", ha quindi concluso la Giudicepietro.

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